Una minaccia nel Medio Oriente di Maurizio Blondet
"I figli dei coloni, specie nella zona di Hebron, sono educati in una clima di odio antiarabo che ricorda i valori inculcati alla gioventù tedesca di Hitler. Sono ubriachi di teorie inneggianti alla superiorità del sangue ebraico e di essere i soli a combattere l'odio di tutto il mondo".L'autore di questa coraggiosa denuncia è un ebreo, lo storico Moshe Zimmerman dell'Università di Gerusalemme. Per sua fortuna, perché solo un ebreo può dire simili verità senza diventare una non-persona per la stampa internazionale, e per fortuna d'Israele, perché essa non mai lasciata senza voci veridiche, senza profeti. Zimmerman ha gettato una piccola luce sulla verità che nessuno deve dire.
Una verità vietata è: Israele pratica l'apartheid contro la popolazione palestinese, con cui ha avviato un cosiddetto "processo di pace". Al più lieve pretesto, la sua polizia chiude letteralmente a chiave da 200 a 800 mila palestinesi nei Territori Occupati, decreta il coprifuoco, perquisizioni e posti di blocco su terreni che formalmente ha restituito all'autogoverno palestinese. Al minimo tentativo di autodifesa da parte degli oppressi ("terrorismo", per gli oppressori e le lobbies che ne echeggiano gli argomenti in tutti i luoghi del potere internazionale), Israele chiude l'accesso ai lavoratori palestinesi che impiega nei lavori umilianti nel suo territorio, decretando la fame per decine di migliaia di famiglie.
Israele, ecco un'altra verità indicibile, pratica la "pulizia etnica".
Le confische violente di terreni agricoli, case e beni palestinesi proseguono dal 1947.Ai sospetti di "terrorismo" vengono dinamitate le case. Ancora a maggio, "processo di pace" o no, il governo israeliano ha confiscato centinaia di ettari di terra araba a Gerusalemme per assegnarla a lotti ai suoi coloni; essa "dissuade" gli arabi a stabilirsi a Gerusalemme (non le mancano i mezzi di "dissuasione"): con lo scopo, ha scritto l'Economist, "di chiudere la città in un anello di insediamenti ebraici", o più precisamente di cambiare a favore degli ebrei la composizione etnica della città, il cui status dovrebbe esser discusso nel "processo di pace".
Non diversamente agisce la Serbia contro bosniaci e croati nei Balcani. Israele è il solo vero stato fondamentalista del Mediterraneo. Lo è in senso radicale, perché nessun altro popolo oserebbe accampare diritto di proprietà su una terra che non abita da duemila anni, esibendo come titolo il suo Libro Sacro; e a nessun altro popolo tale "diritto" verrebbe riconosciuto dal nostro tempo secolarizzato. Ma lo è ancor più da quando il Likud (che è un partito fascista, fondato da un ammiratore aperto di Mussolini, Vladimir Jabotinski) può contare sui "coloni di Hebron" denunciati da Zimmerman: ebrei americani, che hanno portato in Israele il loro miscuglio di farasaismo rabbinico e di fondamentalismo di stampo protestante, il loro odio americanissimo di bianchi per le altre razze, il loro gusto per i revolver e i mitra in libera vendita. Israele è razzista: soldati israeliani morti per Israele non vengono sepolti nei cimiteri ebraici se i rabbini scoprono che sono figli di madre non ebrea, i matrimoni misti sono "scoraggiati" (la polizia religiosa sa come "scoraggiare"), quelli già contratti vengono annullati. Solo il sangue d'Abramo è "puro", solo per questo sangue vale l'Alleanza, ossia la promessa del regno ebraico sul mondo: questa è la Legge in Israele. Israele, che può ricadere ad ogni momento, "democraticamente", sotto il governo del Likud e dei suoi fanatici, è anche la prima potenza militare del Mediterraneo. Ne è la sola potenza nucleare. Ma gli USA - che la mantengono, pagandole 3 miliardi di dollari a fondo perduto, senza contare gli armamenti donati - non pretendono da Israele l'adesione al Trattato di non-proliferazione, che vogliono imporre all'India, al Pakistan, al Nord-Corea. Israele è potente. Israele confida nella sua forza, nella sua astuzia, nella sua influenza. Isaia, il veridico, l'aveva già previsto: "Giacché voi dite: abbiamo concluso un patto con la morte, con lo sceol abbiamo fatto un'alleanza". Israele chiama "antisemita" chi dice la verità, e anche questo sapeva il profeta Isaia: "Essi dicono ai profeti: non profetateci il vero, diteci cose piacevoli ".
Così, inevitabilmente, Israele corre al suo destino che è anche il suo vizio, il suo carattere. "Giacché voi confidate in ciò che è perverso e tortuoso, questa colpa sarà per voi come una breccia cadente che fa rigonfio un muro, il cui crollo avviene subito, in un istante". Ne sono convinto: non c'è Stato più pericoloso e più pericolante d'Israele, nel Mediterraneo.
Tratto da "rossoenero", n.7/8 luglio/agosto 1995