"...
un insieme è composto di particolari e
l'errore di un particolare, anche se
fatto in buona fede, oltre a falsare la
natura dei fatti e la loro
interpretazione da parte dello
spettatore, lo porta logicamente a
dubitare di tutto l'insieme"
La
menzogna di Ulisse
Paul Rassinier
Le grandi cose sono quelle più semplici
INDICE
GENERALE
INTRODUZIONE
PARTE PRIMA
PARTE SECONDA
APPENDICE "A"(contraddizioni
sul ritrovamento del diario)
APPENDICE "B"
(siti internet revisionisti)
APPENDICE "C"
(periodici revisionisti)
APPENDICE "D"
(periodici che parlano di revisionismo)
APPENDICE "E"
(librerie che vendono libri
revisionisti)
INDICE DEGLI ARGOMENTI
BIBBLIOGRAFIA
NOTE
ALLEGATI
INTRODUZIONE
Scopo di quest'opera é quello di
dimostrare come la propaganda di regime
può distorcere la realtà facendo
apparire le cose più assurde come le più
normali.
Prenderemo come esempio Il diario di
Anna Frank che é da tutti ormai
considerato uno dei testi più commoventi
ed elevati della letteratura prodotta
durante la Seconda Guerra Mondiale.
Edito per la prima volta nel 1947, esso
é subito diventato un libro culto per
milioni di giovani, ai quali viene
insegnato, attraverso le pagine di tale
Diario, il modo «corretto» di
interpretare, anzi di accettare la
realtà «storica» sull'Olocausto, che la
storiografia ufficiale ci propone, o
meglio, ci impone da almeno
cinquant'anni(1).
Esso, infatti, é ritenuto un testo
fondamentale per riuscire a capire
l'angoscia e la disperazione provata dal
popolo ebraico a causa delle leggi
razziali introdotte da Hitler nel 1933.
La ragione per cui la scelta è caduta
su Il diario di Anna Frank per questa
analisi sta nel fatto che esso ha
un'importanza storica immensa; in
effetti, contrariamente ad ogni altro
scritto sull'Olocausto, esso é
considerato un «documento» che
proverebbe e condannerebbe i crimini
commessi dai nazisti durante la Seconda
Guerra Mondiale.
Esso pretenderebbe di raccontare
avvenimenti e riportare stati d'animo
provati da Anna, una ragazzina ebrea di
13 anni (2),
che subì in prima persona i disagi e le
privazioni della persecuzione razziale.
Ella, non sapendo che il suo lavoro
sarebbe stato pubblicato postumo,
riporterebbe fedelmente tutto ciò che ha
visto, senza condizionamenti di alcun
genere.
Ma Il diario di Anna Frank ha
soprattutto una immensa importanza
psicologica, perché fa si che ogni
persona, condizionata dall'esistenza
della «testimonianza» resaci da Anna
Frank, accetti la verità dell'Olocausto
come un dato di fatto, della cui
autenticità sono tutti ciecamente
convinti, e ciò perché essendo detto
Diario stato scritto da un'adolescente,
é al di fuori di ogni sospetto.
In questo modo a nessuno verrebbe in
mente di negare l'Olocausto, perché
dovrebbe negare l'autenticità del Diario(3).
Gli storici sterminazionisti(4)
ritengono che Il diario di Anna Frank
sia un testo che aiuta a rivivere i
momenti più tragici della Storia
dell'umanità, e che, soprattutto, serve
a scongiurare che l'Olocausto possa
riaccadere.
Un esempio significativo
dell'atteggiamento che gli
sterminazionisti nutrono nei confronti
del Diario di Anna Frank (e non solo) é
la seguente introduzione di Natalia
Ginzburg (Einaudi Editore, 1986) allo
scritto della Frank:
"Il diario di Anna Frank ha inizio
nel giugno 1942: nel giugno '42, la sua
vita presenta ancora qualche
rassomiglianza con la vita d'una
ragazzina dell'età sua. Ma siamo ad
Amsterdam, l'Olanda é in mano ai
tedeschi; e le SS vanno per le case
cercando gli ebrei. A tredici anni
appena compiuti, Anna conosce e parla
con estrema naturalezza il linguaggio
dei perseguitati: sa che lei e i suoi
debbono portare la stella giudaica, che
non possono frequentare locali pubblici,
che non possono prendere il tram. [...]
Per due anni, la famiglia Frank, la
famiglia Van Daan e il dentista Dussel
vi hanno abitato senza uscirne mai,
senza mai affacciarsi alle finestre,
visitati soltanto dai fedeli amici che
conoscono il segreto dello scaffale
girevole, che portano dall'esterno cibo,
libri, notizie; vi hanno abitato
raschiando e cucinando patate,
litigando, ascoltando la radio inglese,
fra alternative di paura e speranza;
ossessionati dalle privazioni alimentari,
dalla noia, dai mille problemi di una
forzata clausura: [...] Il libro di Anna
Frank noi lo leggiamo sempre tenendo
presente la sua tragica conclusione;
senza poterci fermare a quei precisi
momenti che vi son raccontati, ma
sempre guardando oltre, sempre cercando
di figurarci quel campo di Bergen
Belsen, dove Anna é morta, e quegli
otto mesi che ha trascorso là, prima
della morte, certo penosamente
ricordando l'"alloggio segreto"»...(5).
Questo studio vuole invece fornire
una nuova chiave di lettura del testo,
soffermandosi su «quei precisi
momenti che vi vengono raccontati»
e farcendo luce sulle molte ombre che su
di esso si stendono. Noi, come tutti gli
storici revisionisti, siamo infatti
convinti della non autenticità de Il
diario di Anna Frank, e cercheremo di
dimostrare che esso non é stato altro
che uno strumento nelle mani dei
sostenitori dell'Olocausto.
Speriamo che alla luce dell'analisi
qui riportata e delle conclusioni finali
il lettore non abbia più dubbi
sull'inattendibilità di tale Diario, e
sulla cattiva fede di chi per anni ne ha
tratto vantaggi facendo credere che si
trattasse di un «documento originale»,
basando su di esso gran parte del
proprio potere(6).
L'analisi del diario é divisa in due
parti: nella prima vi é un commento dei
punti che meglio evidenziano le
contraddizioni presenti nell'intero
testo. Si tratta, insomma, di una sorta
di guida alla lettura critica del testo,
dato che i brani analizzati si succedono
cronologicamente.
La seconda parte é invece costituita
dalle conclusioni, cioè da una
ricostruzione dell'origine del Diario e
da una rielaborazione dell'intera storia
che ne fa da sfondo.
Abbiamo anche curato una piccola
appendice finale, per meglio mettere in
evidenza l'inconsistenza delle
argomentazioni sterminazioniste.
Per quanti non avessero letto il
diario di Anna Frank, e non conoscessero
la storia (vera o presunta) in
trattazione, farò alcuni accenni sulla
sua vita.
Annelise Marie Frank nacque il 12
giugno 1929 a Francoforte sul Meno, in
Germania, da una agiata famiglia di
ebrei tedeschi(7).
A Francoforte, il padre, Otto H. Frank,
esercitava la professione del banchiere.
Dopo l'emanazione delle leggi
razziali del '33, la famiglia Frank fu
costretta ad emigrare in Olanda e a
stabilirsi ad Amsterdam, dove il padre
di Anna fondò una piccola ditta
commerciale.
Nel maggio del 1940, i tedeschi
invasero l'Olanda cominciandovi a
mettere in atto le discriminazioni
razziali.
Il 6 luglio 1942, la famiglia Frank,
insieme ad alcuni amici, si chiuse in un
alloggio segreto nella casa dove Otto
Frank aveva il suo ufficio(8).
A seguito di una segnalazione di una
spia, il 4 agosto 1944, un tedesco e
quattro olandesi della polizia nazista
fecero irruzione nell'alloggio segreto:
tutti i rifugiati clandestini furono
arrestati, mentre l'alloggio fu
perquisito e saccheggiato dalla Gestapo(9).
Qualche giorno dopo, il gruppo dei
rifugiati fu avviato a Westerbork(10),
il più grande campo di concentramento
tedesco in Olanda.
Il 2 settembre 1944, i Frank furono
condotti ad Auschwitz, dove il padre
venne separato dalle figlie e dalla
moglie, che di lì a poco morì di
consunzione. Il 30 ottobre dello stesso
anno, Anna e Margot furono aggregate ad
un convoglio di un migliaio di giovani
donne inviate a Bergen Belsen.
Nel febbraio 1945, Anna e Margot
furono colpite da tifo, e in marzo Anna
morì, pochi giorni dopo la sorella.
Tutt'e due furono seppellite in una
fossa comune.
Il Diario di Anna, trovato
nell'alloggio segreto e consegnato dopo
la guerra al padre, unico superstite
della famiglia, fu pubblicato ad
Amsterdam nel 1947 col titolo originale
Het Achterhuis («Il retrocasa)(11).
Nel Diario, oltre ad Anna compaiono i
seguenti personaggi:
Margot Frank, sorella di Anna;
Otto Frank, padre di Anna;
Edith Frank, madre di Anna;
Il signor Van Daan, (Hermann Van
Pels)(12);
La signora Van Daan, (Auguste Van
Pels);
Peter Van Daan, figlio dei coniugi
Van Pels;
Albert Dussel, (Fritz Pfeffer),
dentista;
Questi sette ebrei
vivevano «nascosti» insieme ad Anna
nell'alloggio «segreto».
Miep Gies, amica di famiglia;
Elli, amica di famiglia;
Il signor Kraler;
Il signor Koophuis;
Il signor Lewin, chimico farmacista
ebreo, che lavorava per il signor Kraler
in cucina;
Kitty, amica immaginaria a cui Anna
indirizzava le lettere del suo Diario
Sono stati omessi
alcuni personaggi minori.
L'alloggio segreto era situato in un
edificio di tre piani, al numero 236 di
via Prinsegracht. Il locale era lungo e
stretto, con una sezione frontale che si
affacciava su un canale e un retrocasa
che si dava su un cortile interno e
sulla strada. In esso si trovavano gli
uffici del signor Frank, il quale
essendo un commerciante in spezie, si
serviva di alcune stanze della casa come
magazzino.
Il Diario fu pubblicato per la prima
volta ad Amsterdam nel 1947.
Inizialmente, la sua pubblicazione
incontrò alcuni problemi per il rifiuto
di alcune case editrici, ma dopo questi
problemi iniziali esso é stato tradotto
in moltissime lingue e pubblicato in
altrettanti Paesi.
PARTE PRIMA
«Spero che ti potrò confidare
tutto, come non ho potuto fare con
nessuno, e spero che sarai per me un
gran sostegno».
Anna Frank, 12 giugno
1942(13)
Questa lettera, che introduce il
Diario, appare molto strana. Due sono
infatti le cose che ci incuriosiscono: è
molto strano che Anna firmi mettendo
nome e cognome e non «Tua Anna», come si
usa fare nelle lettere dei diari, e come
del resto usa terminare tutte le altre
lettere. E' molto strano anche il fatto
che la data sia stata messa alla fine
della lettera, e non all'inizio, come fa
in tutte le altre lettere(14).
Questa lettera sembra quindi non
appartenere al Diario, ma é più
probabile che sia stata introdotta in un
secondo momento da chi aveva interesse a
strumentalizzarne la pubblicazione.
Sabato, 20 giugno
1942
In questa lettera, Anna ci confessa
che «per alcuni giorni non ho scritto
nulla, perché prima ho voluto riflettere
un poco su questa idea del diario. Per
una come me, scrivere un diario fa un
curioso effetto. Non soltanto perché non
ho mai scritto...».
Appare subito molto strano come una
ragazzina di tredici anni, che non aveva
mai scritto tredici righe tutte in una
volta prima del 12 giugno 1942, riesca
di punto in bianco a scrivere un diario,
senza incontrare le normali difficoltà
che incontra chiunque inizi a scrivere
per la prima volta. Difficoltà che vanno
ben oltre i cinque giorni di riflessione
(dal 15.06.42 al 20.06.42) necessari ad
Anna per riordinare le idee e decidersi
sull'impronta da dare al diario, ma che
riguardano soprattutto la forma con la
quale esporre gli argomenti. Se infatti
si confrontano le lettere del 14.06.42,
13.06.43 e del 13.06.44, nelle quali
Anna parla del suo compleanno, queste
pur essendo state scritte ad un anno di
distanza l'una dall'altra, sembrano
state scritte lo stesso giorno; manca
cioè, in tutto il diario, quel
progressivo miglioramento delle capacità
espressive, che si verifica man mano si
va avanti nella stesura di un testo.
Per chiarire le idee, é come se un
neo-patentato sappia da subito guidare
un'auto come un pilota di formula uno, e
dopo cento ore di guida non abbia ne
migliorato, ne peggiorato il suo stile
di guida.
A dire il vero ci sono dei
cambiamenti, ma sono però dei
cambiamenti di stile, che sono molto
strani in quanto una persona nello
scrivere migliora il suo stile, ma non
lo cambia. Inoltre essi sono dei
cambiamenti bruschi e discontinui. In
tutto il diario c'è insomma
un'alternanza di due o tre diversi
stili, quasi come se l'autore possedesse
una doppia o tripla personalità. Infatti
in alcune pagine del diario lo stile
appare drammatico, in altre teatrale,
mentre nella maggior parte dei casi
(specialmente nella parte finale)
prevale uno stile
diaristico-confidenziale.
Per avere un'idea di quanto detto si
possono confrontare, per esempio, le
lettere di Venerdì 20 novembre 1942,
Martedì 18 agosto 1943, Venerdì 20
agosto 1943 e di Venerdì 19 maggio 1944.
Bisogna inoltre considerare che in
tutto il diario vi sono molte
affermazioni difficilmente attribuibili
ad una tredicenne del 1942. Infatti in
questa lettera si legge che Anna ha «un
corteo di adoratori che mi guardano
negli occhi e, se non possono fare
altrimenti, in classe cercano di
afferrare la mia immagine servendosi di
uno specchietto tascabile». Più avanti:
«Penso che sarai un po' stupita a
sentirmi parlare di adoratori, giovane
come sono. Ahimè, é un guaio che da noi
a scuola sembra inevitabile. Se un
ragazzo mi chiede di accompagnarmi a
casa in bicicletta e poi attacca
discorso, posso essere certa che costui,
nove volte su dieci, ha la brutta
abitudine di prender fuoco, e non mi
toglierà più gli occhi di dosso. [...]
Questi sono ancora i più innocenti,
perché c'è qualcuno che ti spedisce baci
con la mano o che cerca di prenderti per
un braccio, ma sbaglia indirizzo
senz'altro».
Da questa lettera possono essere
tratte altre importanti informazioni. La
prima riguarda il fatto che Anna da
questo punto in poi indirizza le lettere
del suo diario ad un'amica immaginaria
di nome Kitty. L'introduzione di questa
amica appare un po' forzata, e sembra
quasi che Anna cerchi di giustificare
questa sua decisione. Comportamento
questo assai strano, visto che chi
scrive un diario non deve giustificare
nulla, in quanto finirebbe col rendere
una giustificazione a se stesso.
Un analogo comportamento lo
ritroviamo più avanti, allorché Anna
introduce la storia della sua famiglia.
In questo caso a lasciare perplessi é
sia il modo col quale viene fatta questa
introduzione, sia la scelta stessa di
effettuarla. Anna infatti scrive:
«Perché la finzione del mio racconto a
Kitty non sembri troppo spinta e
grossolana, bisogna che prima racconti
brevemente la storia della mia famiglia,
sebbene a malincuore». Ancora una volta
traspare la volontà di giustificare,
agli occhi di chi sa chi, la scelta
dell'amica immaginaria. Ma fatto ancor
più strano é che Anna decida di
raccontarci la storia della sua
famiglia; questo infatti non sembra
affatto un argomento da «diario», ma
sembra piuttosto l'introduzione di un
romanzo. Infatti in ogni romanzo che si
rispetti c'è sempre inizialmente la
descrizione dei vari personaggi che
compongono la storia, per permettere al
lettore di immedesimarsi in essi, e
sentirsi partecipe della storia. Quello
però che differenzia un diario da un
romanzo é che il primo viene scritto per
se stessi, mentre il secondo per i
lettori. Questa descrizione sembra
quindi aggiunta in un secondo momento da
chi rileggendo (e riscrivendo) il diario
si é accorto che i vari episodi in esso
raccontati erano difficilmente
comprensibili da chi non conosceva le
abitudini dei vari protagonisti.
Tutte queste cose lasciano dei seri
dubbi sulla paternità del diario, e
sarebbero già sufficienti per metterla
in discussione.
Giovedì, 09 luglio 1942
In questa lettera Anna ci fa
un'accurata descrizione dell'alloggio
segreto. Tutta questa descrizione però
non appare spontanea, ma sembra essere
stata aggiunta in un secondo momento per
far capire al lettore come era
strutturata la casa, e quindi per
permettergli di visualizzare i
successivi avvenimenti in cui si fa
riferimento a particolari zone della
casa. Per chiarire le idee basta fare un
semplice esempio: se scrivo che «sono
uscito dalla mia camera per andare da
Tizio, ed ho incontrato la mamma che
preparava il pranzo», se non specifico
prima o durante il discorso che la mia
stanza comunica con la cucina, e che per
recarmi nella stanza di Tizio devo per
forza passare per la cucina, tutta la
mia descrizione appare vaga e difficile
da focalizzare. Ecco l'esigenza quindi
di inserire questa descrizione
all'interno del «diario». Come era stato
fatto notare nella lettera del
20.06.1942, questo pezzo sembra più
estratto da un romanzo che da un diario.
In ogni buon romanzo infatti oltre alla
descrizione dei personaggi c'è sempre
anche quella dei luoghi in cui si svolge
la storia.
Giovedì, 1 ottobre 1942
Questa lettera ci dimostra che il
pericolo che gli otto ebrei potessero
essere scoperti da coloro che lavoravano
nello stabile in cui essi si
nascondevano, era tutt'altro che
infondato. Infatti si legge che «Lewin,
un piccolo chimico-farmacista ebreo,
lavora presso il signor Kraler in
cucina. Conosce bene tutto l'edificio e
perciò abbiamo sempre paura che gli
salti in testa di andare a dare
un'occhiata all'antico laboratorio.
Stiamo zitti come topolini».
La cosa che però ci stupisce é che
Lewin, come stesso Anna ci dice, era
ebreo, ma comunque lavorava e viveva
liberamente senza preoccuparsi di essere
arrestato dalla polizia tedesca; a
differenza di Anna e gli altri sette,
che come lui erano ebrei.
Questo fatto indebolisce ancora di
più la storia del nascondiglio segreto,
ma soprattutto pone dei seri dubbi sulla
«persecuzione nazista degli ebrei».
Sabato, 11 luglio 1942
In questa lettera Anna dichiara che:
<<Ieri sera siamo andati tutti e quattro
nell'ufficio privato ed abbiamo
attaccato la radio inglese. Avevo tanta
paura che qualcuno ci potesse udire,
[...]. Anche per altre cose abbiamo una
grande paura che i vicini ci possano
udire o vedere>>. A riprova di quanto
detto in precedenza, sedici righi dopo
afferma: <<La prossima venuta dei Van
Daan, che é stabilita per martedì, mi
rallegra molto; ci sarà più compagnia e
meno silenzio. E' il silenzio infatti
che mi rende nervosa di sera e più
ancora di notte.>>.
Dalla prima delle due affermazioni
appare molto chiaramente l'esistenza dei
vicini, cosa che stranamente scompare
alcuni righi dopo, in cui si legge:
<<Accanto a noi, a destra, c'è una
grande casa commerciale, e a sinistra
una fabbrica di mobili>>(15).
Nasce quindi l'esigenza di capire se i
vicini sono una pura invenzione di Anna,
oppure se "essa stessa" decide di
coprirne la presenza, e se é così quale
é la ragione che la spinge a fare
questo.
Sempre in questa pagina si legge che
<<Abbiamo proibito a Margot di tossire
di notte, sebbene si sia presa un bel
raffreddore, e le facciamo ingoiare
grandi quantità di codeina>>.
Quest'ultima affermazione lascia un po'
perplessi, in quanto, se di notte i
locali situati accanto all'alloggio
segreto restano vuoti, mentre di giorno
no, é assurdo impedire a Margot di
tossire di notte e non di giorno(16).
Il motivo é forse quello che di notte i
vicini avrebbero potuto udire più
facilmente i colpi di tosse di Margot;
cosa questa che confermerebbe
l'esistenza dei vicini.
Resta comunque assurdo il fatto che
si permetteva a Margot di tossire di
giorno, quando nel magazzino situato al
secondo piano dell'edificio in cui si
trovava l'alloggio segreto lavoravano
due garzoni, i quali non erano a
conoscenza della presenza degli otto
clandestini, ma che avrebbero potuto
udire i colpi di tosse di Margot. La
conferma che tale pericolo era
tutt'altro che trascurabile ci é
suggerita dalla conclusione della
lettera, che dice: <<Di giorno bisogna
camminare piano piano e parlare a bassa
voce, perché nel magazzino potrebbero
udirci...
Ora mi chiamano>>(17)
In conclusione, quest'ultima
affermazione difficilmente é
attribuibile alla penna di Anna, ma quel
parlare a bassa voce e il camminare
piano sembrano piuttosto aggiunti in un
secondo momento, per rafforzare l'idea
dell'isolamento(18).
Si legge ancora che furono fissati
alle finestre <<con delle puntine da
disegno>> dei <<teli trasparenti>> e che
<<non li toglieremo più per tutto il
tempo che resteremo nascosti>>. Tale
precauzione appare molto giusta, anche
se sembra strano che si siano ridotti
all'ultimo momento per effettuare una
cosa così importante; dovendo quindi
accontentarsi dei materiali inadeguati
disponibili al momento.
Effettuando un'analisi più accurata
su quest'ultima affermazione si nota
come l'aggettivo "trasparenti" sembra
essere stato usato per mettere in
risalto la condizione di disagio provata
dagli otto ebrei nascosti, i quali in
questo modo pur essendo nascosti
non possono considerarsi al sicuro.
Anche questo pezzo sembra quindi
aggiunto in un secondo momento.
Sempre in questa lettera si vede come
gli otto ebrei uscivano dall'alloggio
segreto. Infatti ascoltavano la radio
inglese nell'ufficio privato, il quale
si trovava fuori dalla zona occultata
dalla porta scaffale(19).
L'ultima cosa che rimane da dire é
che anche l'idea di ospitare altre
persone nell'alloggio non appare molto
saggia, in quanto in questo modo
aumentano i disagi, a causa del fatto di
dover vivere in pochi metri quadrati di
spazio; diventa inoltre più difficile
provvedere al cibo, aumentano i rumori e
quindi anche la possibilità di essere
scoperti. Tutte cose che chi
realmente cerca di nascondersi non può
non considerare.
Venerdì, 14 agosto
1942
Anna dopo un silenzio lungo 23 giorni
riprende a scrivere per dirci: <<non ci
sono proprio tante novità da poterti
raccontare ogni giorno qualcosa
d'interessante. I Van Daan sono arrivati
il 13 luglio>>.
Questa affermazione é molto
contraddittoria, infatti mentre dichiara
che non ci sono state tante novità dal
11/07 in poi, dice che il 13/07 sono
arrivati i Van Daan. Ebbene non era
questa una novità che meritava maggiore
interesse?
Non era forse il caso di raccontare
l'arrivo dei Van Daan il 14/07 e non
posticiparlo al 14/08 ?
Cosa é accaduto in quei ventitré
giorni che non doveva essere raccontato?
Anna inoltre scrive che
<<naturalmente i Van Daan avevano molte
cose da raccontare sull'ultima settimana
da loro ancora trascorsa nel mondo
abitato. Fra l'altro, ci interessava
molto sapere che cosa era avvenuto a
casa nostra e che ne era stato del
signor Goudsmit. Il signor Van Daan
raccontò:>>.
Non erano forse questi argomenti
degni di essere trattati in precedenza,
e non a distanza di ventitré giorni da
quando furono raccontati? Non é strano
che Anna tenga a mente per tutto questo
tempo il discorso del signor Van Daan,
per poi farlo apparire nel diario in
data 14/08/1942 ?
La risposta a questo interrogativo é
che molto probabilmente la prima
affermazione é falsa, e questa lettera
non é stata scritta il 14/08, ma molto
probabilmente il 14/07. Infatti se si
prova a rileggere la lettera con la
giusta data e saltando il primo periodo,
si ha una prova di quanto detto.
Purtroppo il motivo di tale
contraffazione può essere scoperto
soltanto analizzando il testo originale,
e vedere cosa Anna scrisse in quei 23
giorni. Cosa questa impossibile, in
quanto detto testo originale è custodito
in una cassetta di sicurezza in una
banca svizzera, e di esso nessuno può
prendere visione.
Sempre in questa lettera si apprende
che Peter <<portò con se il suo gatto
(Mouschi)>>, comportamento questo non
molto prudente, in quanto i miagolii
notturni dei gatti non sono proprio il
meglio per chi vuole nascondersi.
Lunedì, 21 settembre
1942
<<La signora Van Daan é
insopportabile; non fa altro che
chiamarmi dal piano di sopra>>, cosa
questa che conferma che la convivenza di
più persone porta inevitabilmente un
aumento dei rumori. Inoltre si vede come
la signora Van Daan non rispetti la
precauzione di parlare a bassa voce(20).
Martedì, 29
settembre 1942
In questa lettera Anna ci descrive
dove i vari abitanti dell'alloggio
segreto di solito facevano il bagno, e
per quanto riguarda lei e Margot dice:
<<Margot e io abbiamo scelto come luogo
per i nostri sguazzamenti l'ufficio
verso strada. Sabato pomeriggio
chiudiamo le tendine, e poi ci laviamo
al buio, mentre quella che non é di
turno guarda fuori dalla finestra
attraverso un buco della tendina, e se
la gode a osservare quant'è buffa la
gente>>.
Se si guarda attentamente la piantina
della casa si vede che l'ufficio verso
strada si trova nella zona non occultata
dalla "porta scaffale". E' quindi molto
strano come sia stato possibile
scegliere quella stanza come luogo per
lavarsi; in quanto un visitatore
inatteso le avrebbe sicuramente scoperte
con le mani nel sacco, o comunque anche
nell'ipotesi che fossero riuscite a
scappare o a nascondersi senza fare
alcun rumore, non sarebbero mai riuscite
a nascondere anche il necessario per il
bagno, che le avrebbe comunque
smascherate.
Se si pensa poi che <<Peter si bagna
in cucina [...] Papà si bagna
nell'ufficio privato, mamma in cucina>>
si vede come nessuno, tranne il signor
Van Daan, abbia scelto un luogo sicuro.
Ma quello che più sorprende é che
l'ufficio verso strada essendo, come
suggerisce il nome stesso, rivolto verso
la strada, é la stanza meno sicura di
tutta la casa. Essa si trova inoltre al
primo piano ed é dotata di ben tre
finestre, dalle quali é facilissimo
scorgere qualcuno e, ovviamente, essere
scorti, soprattutto se le tendine sono
aperte. Che le tendine fossero aperte ci
é confermato dalla stessa Anna:
altrimenti non avrebbe potuto chiuderle.
Si ha conferma anche del fatto che le
strade erano tutt'altro che deserte, in
quanto a turno una delle due ragazze
guardava fuori, ma non per controllare
che non si aggirassero occhi indiscreti,
bensì per divertirsi un po'.
Questa straordinaria libertà di
potersi muovere anche fuori dal
nascondiglio lascia veramente molto
perplessi, e su di essa ritorneremo più
avanti.
Venerdì, 16 ottobre
1942
<<Ieri sera Margot e io ci siamo
sdraiate insieme sul mio letto; [...] Mi
chiese se potrà poi leggere il mio
diario. Io dissi:- Qualche pagina si,- e
le domandai del suo, che anch'io vorrei
leggere.>>.
Tre sono le cose importanti che
emergono da questa lettera.
- Anche Margot scriveva un diario.
Viene quindi da chiedersi dove sia
finito.
- Siccome questa é una delle prime
lettere scritte da Anna, anche
Margot scriveva il suo diario almeno
da quando erano arrivati
nell'alloggio segreto. Siccome poi
le sorelle piccole in genere imitano
quelle più grandi, si può ritenere
che Margot scrivesse il suo diario
da prima che Anna ricevesse il suo
in regalo(21).
- Margot era a conoscenza che Anna
stessa scriveva un diario.
Martedì, 20 ottobre
1942
Questa lettera mostra che
nell'alloggio segreto venivano ospitate
per la notte altre persone (Miep ed
Henk). Questa cosa fa nascere dei dubbi
su quale fosse la reale grandezza
dell'alloggio segreto, perché non si
riesce a capire dove potessero essere
sistemati altri due letti, e da dove
tali letti siano stati tirati fuori
(ammesso che non li facessero dormire
sul pavimento). E' poi strano che
nessuno si accorgesse che due persone
entravano in una casa (ufficialmente
disabitata durante la sera), e non ne
uscivano. Bisogna quindi pensare che in
Olanda non esisteva il così detto
"ficcanaso della porta accanto".
Sempre in questa lettera si apprende
che di sera veniva accesa la luce;
infatti si legge: <<Il pranzo era ottimo(22).
Ci fu una piccola interruzione, perché
la lampada di papà produsse un corto
circuito e improvvisamente ci trovammo
senza luce>>.
Tutto questo é veramente incredibile,
in quanto tutti sanno che la luce, per
quanto si possano tappezzare le finestre
(per giunta con teli trasparenti),
fuoriesce all'esterno. E quale indizio
migliore di un ufficio illuminato anche
di sera può servire alle "feroci SS" per
catturare otto pacifici ebrei nascosti?.
Lunedì, 9 novembre
1942
<<Una grandinata di fagioli si
rovesciò giù la scala con un fracasso da
giudizio universale; sotto ebbero
l'impressione che tutta la casa
crollasse loro in testa. Grazie a Dio
non c'erano estranei. Anche Peter si
spaventò, ma scoppiò a ridere>>.
E' molto interessante esaminare le
reazioni dei protagonisti di questo
incidente. Peter infatti dopo un momento
di panico, più per una reazione
istintiva che per la paura che qualcuno
avesse potuto udire il fracasso, si mise
a ridere, mentre nessuno si preoccupò
dell'accaduto.
Per persone che si trovavano nelle
loro condizioni quest'incidente avrebbe
dovuto suscitare sicuramente maggior
preoccupazione, e Peter invece di
mettersi a ridere avrebbe dovuto fare
più di mille scongiuri affinché il suo
gesto non avesse compromesso la loro
salvezza. Infatti anche se in quel
momento non c'erano estranei in casa
niente avrebbe impedito che il frastuono
si sentisse in strada; inoltre chi ha
paura di essere scoperto non fa tanti
ragionamenti, ma istintivamente viene
invaso dal panico ad ogni piccolo
incidente. E' quindi molto probabile che
il fatto che non vi erano estranei in
casa nel momento dell'incidente é stato
inserito in un secondo momento per
spegnere eventuali dubbi di lettori
accorti. Purtroppo non ci é dato di
visionare gli originali.
La conclusione di questa lettera é
inoltre molto strana; infatti Anna
scrive: <<Quasi dimenticavo che il babbo
é guarito>>, notizia che non sembra
interessarle più di tanto, del resto
come tutta la vicenda della malattia del
padre. Si ricordi infatti che il signor
Frank si ammala il giorno 29 ottobre e
da quel giorno non si legge più niente
sugli sviluppi della malattia. Tutto ciò
appare molto strano, visto che Anna
nella lettera di Sabato, 7 novembre 1942
dichiara che <<a nessuno al mondo voglio
bene quanto a papà>>. Ci si chiede
quindi se Anna abbia parlato altre volte
della malattia del padre, e se si,
perché tali notizie siano state
cancellate; infatti in un diario se non
si raccontano le vicende riguardanti le
persone a cui si vuol bene non si
capisce cosa si dovrebbe scrivere. E'
molto più logico pensare che tali
notizie furono raccontate da Anna, ma
che sono state maliziosamente
cancellate, forse perché raccontavano
dell'arrivo del dottore... cosa
assolutamente inconciliabile con lo
stato di persecuzione.
L'annotazione alla fine di questa
lettera sembra quindi aggiunta in un
secondo momento per "aggiustare" la
faccenda.
Sabato, 28 novembre
1942
<<forse ci toglieranno la corrente:
quindici giorni senza luce! bello, ti
pare?>>. Per la seconda volta si
apprende che nell'alloggio segreto
veniva accesa la luce.
Giovedì, 10 dicembre 1942
In questa lettera Anna ci descrive un
avvenimento molto buffo, ma che mette
ancora una volta l'accento sul fatto che
evidentemente gli otto clandestini non
temevano affatto che i rumori e le grida
potessero essere udite all'esterno;
infatti: <<Dussel s'è rimesso a fare il
dentista [...] la signora Van Daan fu la
prima ad assoggettarsi alle cure. [...]
Dussel cominciò a raschiare un buchino.
Ma... neppur da pensarci. La signora si
dibatteva, urlava (per quanto poi si può
urlare con uno strumento di quel genere
in bocca) [...] A forza di tirare, dar
calci, strillare e chiamare, la signora
riuscì finalmente a togliere il
raschietto>>.
Tutto ciò si commenta da solo,
infatti anche se si ipotizza che Anna
sia stata un po' esagerata nella sua
descrizione (nonostante tutti i
tentativi per diminuire la gravità di
ciò che accadeva), é ovvio che le grida
della signora Van Daan, per quanto
potessero essere attenuate dal fatto che
aveva un raschietto infilato in un
dente, non potevano non essere udite
all'esterno, o nel magazzino(23).
Inoltre, dato che quelle urla strozzate
potevano benissimo essere scambiate per
le grida di una persona vittima di
un'aggressione o di un malore, avrebbero
potuto allarmare i vicini, i quali
avrebbero chiamato la polizia, che
facendo irruzione in casa avrebbe
trovato una bella sorpresa. E' quindi
difficile credere che nelle loro
condizioni gli otto ebrei abbiano
ritenuto opportuno correre un rischio di
quel genere. Dunque questo episodio
contrasta con la storia del nascondiglio
segreto.
Per concludere va ancora una volta
notato che la reazione di chi assiste
alla scena é a dir poco sconcertante; la
stessa Anna infatti definisce tale
episodio ridicolo e non
sconsiderato, come sarebbe stato
logico.
Martedì, 22 dicembre
1942
In questa lettera si apprende che il
signor Dussel innervosisce Anna <<quando
accende la luce tanto presto e si mette
a far ginnastica>>. Quindi anche il
signor Dussel non osserva la logica
precauzione di non accendere la luce.
Sabato, 27 febbraio
1943
Questa é una lettera di straordinaria
importanza; infatti si apprende che:
<<Una mattina il nuovo proprietario
venne con un architetto a prender
visione della casa. Fortunatamente c'era
Koophuis, che gli fece vedere tutto,
salvo il nostro alloggio segreto. Disse
di aver dimenticato a casa la chiave
della porta di comunicazione. Il nuovo
proprietario non chiese altro>>.
La scusa inventata da Koophuis per
impedire al nuovo proprietario di
visitare l'alloggio segreto é a dir poco
assurda. Infatti non si capisce di quali
chiavi esso parli, ma soprattutto di
quale porta, dato che nella lettera del
21 agosto 1942 si legge che <<Il signor
Kraler ha infatti creduto opportuno di
collocare uno scaffale dinanzi alla
nostra porta d'ingresso [...], ma
naturalmente si tratta di uno scaffale
girevole che si apre come una porta>>(24).
Visto che non si può certo aprire uno
scaffale come una porta, non si capisce
come sia possibile che il nuovo
proprietario beva una scusa simile, e ci
si chiede come mai nemmeno l'architetto
noti qualcosa di strano nel vedere uno
scaffale situato su di un pianerottolo.
Resta inoltre da spiegare come é
possibile che una persona acquisti una
casa senza prendere prima visione di
tutte le stanze che la compongono;
infatti il nuovo proprietario non fa
intendere che sarebbe tornato, ne tale
ritorno é riportato nelle pagine
successive del diario.
Questo episodio é quindi molto
strano, e pone dei seri dubbi sulla
reale esistenza della "porta scaffale" e
di tutta la vicenda del nascondiglio
segreto.
Questi dubbi sono ulteriormente
rafforzati dal fatto che Anna non dedica
che pochi righi all'intera vicenda,
senza spendere nemmeno una parola per
descrivere l'angoscia e la paura provata
da lei e dagli altri mentre il signor
Koophuis mostrava la casa al nuovo
proprietario, o quando, arrivati davanti
alla porta scaffale, gli raccontava la
scusa della chiave. Tutte cose che non
possono passare in secondo piano, al
punto da non menzionarle affatto,
soprattutto perché in un'occasione
altrettanto angosciante Anna si comportò
diversamente, descrivendo accuratamente
la sua paura e quella degli altri(25).
Si avverte quindi la presenza di due
diverse Anna; una superficiale e
un'altra più attenta e più cosciente
delle proprie emozioni(26)
.
Mercoledì, 10 marzo
1943
Anche questa é una lettera di
straordinaria importanza, perché in essa
si incontra una delle contraddizioni più
chiare fra quelle presenti in tutto il
diario. Si legge infatti: <<Una notte la
signora credette di sentir dei ladri
passeggiare in solaio, ed ebbe tanta
paura che svegliò suo marito. Proprio in
quel momento i ladri scomparvero. [...]
-Oh, Putti (soprannome del signor Van
Daan), hanno certamente portato via le
salsicce e i fagioli>>. A questo punto
al lettore attento non può non sfuggire
il fatto che per arrivare al solaio
bisogna per forza passare per la porta
dell'alloggio segreto (vedi
piantina), ovvero i ladri avrebbero
dovuto aprire uno "scaffale", che per
altro poteva essere aperto solo
dall'interno(27).
Però quello che più preoccupa la
signora Van Daan é salvare le salsicce e
i fagioli, senza considerare il piccolo
particolare che se i ladri erano
arrivati in solaio sarebbero dovuti
passare davanti al suo letto,
scoprendo quindi il loro nascondiglio.
Martedì, 13 luglio
1943
Da questa lettera si apprende che
<<Nelle nostre camere comuni c'è troppo
trambusto nel pomeriggio>>, fino al
punto da non permettere ad Anna di
lavorare. E' importante sottolineare che
il trambusto avveniva di pomeriggio e
che quindi in quelle ore presumibilmente
non c'era nessuno a lavoro ai piani
inferiori. Ci si chiede quindi quale
fosse l'orario lavorativo dei garzoni
dell'ufficio.
Giovedì, 29 luglio
1943
In questa lettera si legge qualcosa
che non può non essere definito
sconvolgente. Alla fine della lettera
compare infatti la frase seguente:<<P.S.
Chi legge voglia tener presente che
quando questo racconto fu scritto la
scrittrice era ancora in collera!>>.
Questa precisazione appare veramente
assurda, se si pensa che quello che si
sta leggendo é un diario, che Anna
scrive per se stessa e non per
pubblicarlo. Anna infatti nella lettera
del 11/05/1944 ci informa della sua
intenzione di <<pubblicare un libro
intitolato Het Achterhuis>> e che il suo
diario le sarebbe stato <<di aiuto>>(28).
Quindi Anna non vuole affatto pubblicare
il suo diario, ma soltanto utilizzarlo
per scrivere un libro. Questa
precisazione appare quindi non inerente
al testo, ma é probabile che sia stata
aggiunta in un secondo momento, per
giustificare le parole poco rispettose
che Anna rivolge alla signora Van Daan
nel corso della lettera. Se questo fosse
vero potremmo pensare (ed in realtà ne
abbiamo la certezza) che il diario ha
probabilmente subito delle modifiche
anche in altre parti.
Mercoledì, 4 agosto
1943
Anna ci fa una descrizione accurata
di cosa accadeva la notte nell'alloggio
segreto, dalla quale emergono alcuni
fatti sconcertanti che non possono non
offendere l'intelligenza di chi legge.
Infatti si afferma che per prepararsi
per la notte <<Si spostano sedie, si
rovesciano letti, si ripiegano coperte;
niente resta dove deve essere di giorno
[...] Nella stanza accanto si sente un
tremendo fracasso: é la branda di Margot
che si apre>>.
Quest'ultima affermazione conferma
l'ipotesi che i rumori passassero
facilmente attraverso i muri, e quindi
potevano anche arrivare all'orecchio dei
vicini. Ma i rumori passavano anche da
un piano all'altro; infatti: <<Sopra
sembra che tempesti: ma é soltanto il
letto della signora, che viene spinto
presso la finestra per far entrare un
po' d'aria frizzante nel nasino di Sua
Altezza dal pigiama rosa>>. Tale
operazione, fatta di notte, non sembra
essere molto opportuna, infatti spingere
un letto provoca un rumore
inconfondibile, che non può essere
scambiato per il fruscio del vento. Se
si pensa poi che veniva ripetuto ogni
sera, si capisce che esso avrebbe
rappresentato una prova schiacciante
sulla presenza di persone in quella
casa. Se non bastasse il rumore veniva
effettuato vicino alla finestra, per
giunta aperta (cosa certa, altrimenti
l'aria frizzante non sarebbe potuta
entrare), e quindi si sarebbe diffuso
chiaramente nell'ambiente circostante.
Inoltre questa affermazione contrasta
con quanto scritto nella lettera del
11/07/1942, in cui Anna ci riferisce che
suo padre aveva provveduto ad oscurare
le finestre; infatti da quanto si é
letto si vede che le finestre venivano
tranquillamente aperte.
Più avanti si legge: <<Ore dieci:
Spengo il lume e buona notte. Per un
quarto d'ora si sente ancora nella casa
il fracasso dei letti e il sospiro delle
molle sconquassate, poi tutto é quieto,
almeno se i coinquilini del piano
superiore non litigano stando a letto>>.
Questo ci dimostra come ogni sera
fino alle 10 la luce restava accesa e
che fino alle 10:15 circa nella casa si
sentivano ancora rumori.
<<Ore undici e mezza: la porta della
camera da bagno cigola>>. Ci chiediamo
perché nessuno l'abbia oliata, o si sia
alzato a chiuderla.
<<Ore sei e tre quarti: trrr... lo
svegliarino>>.
Quest'ultima cosa é assolutamente
assurda, infatti se ci si vuole
nascondere non si può continuare a
mettere la sveglia; infatti il suono
della sveglia é inconfondibile, e non
sarebbe sfuggito all'orecchio di un
vicino. Ma é ancor più assurdo se si
pensa che la sveglia non suona solo alle
sei e tre quarti, ma <<a qualunque ora
del giorno>> incontrollatamente, quindi
anche nelle ore in cui i garzoni
lavoravano nel magazzino(29).
Giovedì, 5 agosto 1943
Anna prosegue il racconto iniziato il
giorno precedente, passando alle ore
diurne: <<Mezzo giorno e mezza: Tutti
tirano il fiato: i garzoni del magazzino
sono andati a casa. Sopra sento la
signora che passa l'aspirapolvere sul
suo unico e bel tappeto>>.
Ricordando le dimensioni e il rumore
che fa un aspirapolvere, vengono subito
alla mente due interrogativi:
1) i garzoni erano andati via, ma
probabilmente anche le strade erano
deserte, e i vicini avevano delle
importanti commissioni da fare in città,
altrimenti non si spiega come mai
nessuno abbia sentito il rumore
dell'aspirapolvere.
2) non sembra affatto che un
aspirapolvere sia la cosa più utile da
portarsi dietro quando si scappa via di
casa. La signora Van Daan probabilmente
preferisce lasciare a casa tre coperte
pesanti, ma all'aspirapolvere non ci
rinuncia, e non rinuncia nemmeno al suo
tappeto. L'unica giustificazione per
questo comportamento é che... all'arrivo
delle SS la signora Van Daan non vuole
che la casa sembri spoglia, e
soprattutto impolverata.
Venerdì, 29 ottobre
1943
<<I due coniugi hanno avuto un altro
sonoro litigio. [...] Non puoi
immaginarti come quei due gridavano,
pestavano i piedi, s'insolentivano.
Facevano paura [...] Tutte quelle grida,
quei pianti e quel nervosismo mi mettono
in un tale stato di tensione che la sera
vado a letto piangendo>>.
Tutto questo non ha bisogno di
commenti.
Giovedì, 11 novembre 1943
Anna afferma di aver gettato, come
era consueta fare, <<lo sporco e i
fagioli marci [...] nella stufa>>,
ottenendo <<una enorme fiammata>>. Non
viene riportato però che il fumo
sviluppatosi, soprattutto dalla
combustione dei legumi, avrebbe potuto
insospettire qualcuno; infatti é
abbastanza logico che se da un camino
esce del fumo la casa é abitata.
E' alquanto strano che gli otto
rifugiati abbiano giustamente rinunciato
a gettare fuori casa la spazzatura per
non destare sospetti, e non si siano
preoccupati del fatto che bruciare la
spazzatura avrebbe provocato dei
sospetti ancor più grossi. Inoltre non
viene spiegato dove venisse depositata
la cenere che inevitabilmente si
produceva; é impensabile che la
mettessero in salotto, anche perché nei
due anni di permanenza nell'alloggio
segreto avrebbero sicuramente riempito
la casa di sacchi pieni di cenere. E'
altrettanto sicuro che non la potevano
gettare fuori casa, in quanto se fosse
stato possibile avrebbero gettato
direttamente i rifiuti senza incenerirli
prima.
Giovedì, 03 febbraio
1944
Anna in questa lettera ci fa la
"lista delle provviste": <<Le nostre 60
libbre(30) di
farina non ci basteranno, ne ordineremo
un'altra. [...] abbiamo ancora in casa
60 libbre di fagioli e 10 di piselli. e
non dimenticate le 50 scatole di
verdure! [...] Dieci scatole di pesce,
40 di latte condensato, 10 chili di
latte in polvere, 3 bottiglie d'olio, 4
barattoli di burro, altrettanti di
carne, 2 fiaschi di conserva di fragole,
2 di lamponi, 20 di pomodori, 10 libbre
di fiocchi d'avena, 8 di riso. E' tutto
qui.>>.
Appare quindi vergognoso il fatto che
questi otto ebrei si ritenessero
perseguitati ed afflitti dal problema
del cibo(31),
quando la maggior parte della
popolazione (non solo olandese) durante
la seconda guerra mondiale moriva
letteralmente di fame(32).
La vergogna si tramuta in vero disgusto
quando si nota che accanto a cose
necessarie come i legumi, l'olio, la
farina, ci sono anche ben 2 fiaschi di
conserva di fragole, 2 di lamponi e 10
libbre di fiocchi d'avena., tutte cose
molto utili, che vanno ad aggiungersi
all'utilissima aspirapolvere della
signora Van Daan.
Più avanti si legge: <<Quando giungerà
il momento, metteremo di guardia due
vedette, una nella soffitta verso strada
e una nella soffitta verso corte>>. Cosa
questa che ci conferma che come misura
precauzionale, fino a quel momento, non
era stata messa nessuna vedetta per
controllare la presenza di eventuali
pattuglie delle SS nelle vicinanze della
casa, a caccia di ebrei nascosti.
Sempre in questa lettera Anna ci informa
che <<il carbone e la legna da ardere
sono sufficienti, e anche le candele>>.
A questo punto ci si chiede dove
venissero conservate tutte queste cose
in un alloggio sovraffollato come quello
in cui vivevano gli otto clandestini.
Lunedì, 14 febbraio
1944
<<Domenica sera sedevamo tutti presso
la radio, salvo Pim e io, ad ascoltare
l'immortale musica dei maestri
tedeschi>>.
Mercoledì, 23
febbraio 1944
Anna ci racconta che stette a
guardare Peter <<per tutto il quarto
d'ora che spaccò legna>> in soffitta, e
ogni tanto <<guardavo anche dalla
finestra aperta>>.
Due sono le cose che lasciano
sconvolti; la prima é che é evidente che
spaccar legna é un lavoro tutt'altro che
silenzioso. Seconda cosa é che é da
matti effettuare questa operazione con
la finestra aperta; infatti in questo
modo i rumori si diffondono all'esterno
ancor più chiaramente, e si rischia
anche di essere scorti dall'esterno. La
finestra era infatti aperta, e priva
della copertura dei teli, altrimenti
Anna non avrebbe potuto guardar fuori.
Domenica, 27
febbraio 1944
In questa lettera Anna ci fa capire
come a volte l'angoscia e la depressione
la assalivano, ma essa reagiva e
<<nascondo quello che realmente sento,
mi sfogo a versare padelle d'acqua e
faccio un tal baccano che tutti
vorrebbero non avermi d'attorno>>.
Pur comprendendo la condizione
psicologica in cui si trovava Anna, non
si può condividere il suo sfogo; infatti
anche se si ricorda che di domenica non
ci sono i garzoni nel magazzino, non é
accettabile che Anna si esponga a tal
punto facendo un rumore così forte. Non
é comprensibile neanche la reazione
degli altri, i quali non puniscono Anna
per tale comportamento.
Lunedì, 28 febbraio
1944
In questa lettera si apprende che
Peter <<é salito in soffitta a fare
qualche lavoro da falegname. Ogni
stridio e ogni colpo mandava in briciole
un po' del mio cuore e diventavo sempre
più triste>>.
Più che puntare l'attenzione sul
fatto che un rifugiato si occupava di
lavori tanto rumorosi come quelli di
falegnameria, va sottolineata la
reazione di Anna, la quale ad ogni
stridio ed ogni colpo non impallidisce
per la paura di essere scoperta, ma
resta quasi inebriata nel vedere il suo
Peter che lavora.
Venerdì, 03 marzo
1944
In questa lettera si vede come gli
otto rifugiati rischino di essere
scoperti, pur di non interrompere la
tradizione ebraica di accendere le
candele il venerdì sera.
Come si é già detto altre volte la
luce delle candele di sera potrebbe
essere facilmente vista dall'esterno, e
quindi smascherare il loro nascondiglio.
E' strano però sentire Anna dire che
<<questa sera, guardando le candele
accese, mi sentii di nuovo tranquilla e
felice. Nella candela io vedo la
nonna>>; infatti non é per niente
preoccupata dell'ipotesi che la luce
potesse essere vista all'esterno, ma
immagina la nonna, e non le SS che
irrompono nella casa e la portano in un
campo di concentramento. E come lei
nessuno immagina che quella candela
accesa poteva trasformarsi in una fatale
"stella cometa" e condurre le SS
all'alloggio segreto.
Lunedì, 06 marzo
1944
<<Ieri, nel lavarmi i capelli, ho
fatto molto chiasso>>.
Martedì, 14 marzo
1944
Questa é una delle lettere più
significative di tutto il diario. In
essa più che in altre é visibile il
contrasto esistente tra le condizioni in
cui avrebbero dovuto vivere gli otto
ebrei in qualità di rifugiati, e il loro
effettivo comportamento. Si legge
infatti :<<in questo momento, siccome
negli uffici c'è la donna della pulizia,
sono seduta al tavolo di Van Daan e mi
premo contro la bocca e il naso un
fazzoletto imbibito di un buon profumo
[...] Il nostro pranzo di oggi é una
purea di cavoli in conserva, donde la
misura protettiva del fazzoletto. E'
incredibile quanto possano puzzare i
cavoli, se sono vecchi di un anno. La
stanza odora di un misto di prugne
marce, di forti disinfettanti per
conserve e di uova putrefatte>>.
Per poter esaminare correttamente
questa lettera bisogna puntare
l'attenzione principalmente su due cose:
1) in casa c'era la donna delle
pulizie,
2) nell'alloggio segreto c'era un
forte odore di cavoli.
Se a questo punto chiedessimo il
parere di una casalinga in merito
all'odore dei cavoli, essa ci direbbe
subito che é uno degli odori più forti
che si sviluppano in cucina. Esso
infatti si espande velocemente per tutta
la casa, ed é così nauseante che lo si
sente anche ad una certa distanza dal
luogo in cui ha avuto origine.
Appare quindi molto difficile pensare
che la donna delle pulizie, la quale era
presente nell'attimo in cui
nell'alloggio segreto c'era l'odore dei
cavoli non abbia sentito niente.
Il fatto che la donna delle pulizie
fosse presente "in quel momento" ci é
suggerito dal comportamento di Anna, la
quale preme contro il naso un fazzoletto
imbevuto di profumo, che essa stessa
definisce una misura protettiva contro
l'odore dei cavoli.
Sembra inoltre difficile pensare che
nessuno nell'alloggio segreto abbia dato
il giusto peso a tale circostanza,
preoccupandosi di come non sentire
quell'odore e non di come non farlo
sentire alla donna delle pulizie.
Mercoledì, 15 marzo
1944
Anna in questa lettera conferma il
pericolo che i vicini potevano udire i
loro rumori; infatti afferma che
:<<dovremo starcene zitti e fermi perché
i vicini non ci odano>>, parole queste
che danno un'ulteriore prova
dell'esistenza dei vicini, che nella
lettera del 11/07/1942 veniva abilmente
nascosta.
Lunedì', 27 marzo
1944
In questa lettera si apprende che
<<la radio sta aperta fin dalla mattina
presto e la si sente ogni ora, fino alle
nove, le dieci, o anche le undici di
sera>>.
Ancora una volta si vede che gli otto
ebrei non si preoccupassero della
possibilità che i garzoni potessero
udire la radio, o che qualcuno di notte
si accorgesse di essa. Viene quindi a
cadere la storia che non potevano
muoversi durante il giorno per evitare
di essere sentiti.
Mercoledì, 29 marzo
1944
Anche questa é senza dubbio una
lettera molto interessante per la nostra
analisi, perché dimostra il fatto che
tutti gli abitanti dell'alloggio
segreto, erano a conoscenza
dell'esistenza del diario di Anna, e
fornisce la giusta chiave di lettura per
capire l'intera vicenda raccontata nel
diario, e per spiegare tutti i fatti
anomali che fino ad ora e in seguito
sono stati e saranno esposti.
Due quindi sono i fatti importanti
che emergono da questa lettera: tutti
conoscevano l'esistenza del diario;
infatti si legge che <<ieri sera il
ministro Bolkestein(33)
disse alla radio Orange(34)
che dopo la guerra si farà una raccolta
di lettere e di diari di questa guerra.
Naturalmente tutti mi volarono addosso,
per quello che sto scrivendo io>>. E' da
sottolineare il fatto che Anna usi
l'avverbio naturalmente per definire il
comportamento, degli altri compagni, a
sottolineare il fatto che non nascondeva
a nessuno che stesse scrivendo un
diario.
Inoltre Anna ci racconta che siccome
durante la guerra si sono verificati
<<furti e scassi in quantità [...]
Nessuno osa lasciare la casa per cinque
minuti, perché mentre sei via se ne va
anche la tua roba>>. La discussione del
primo e del secondo punto sono riportate
nella parte seconda.
Martedì, 11 aprile
1944
In questa lunga lettera vi sono molti
particolari importanti.
La cosa più importante che emerge da
questa lettera é la reazione degli otto
ebrei alla venuta dei ladri, infatti
<<stavano forzando la porta del
magazzino. In un batter d'occhio il
babbo, Van Daan, Dussel e Peter scesero
sotto>>.
Questa reazione é a dir poco
sconsiderata; infatti se la vera paura
degli otto ebrei fosse stata quella di
essere scoperti non sarebbero mai scesi
sotto, ma avrebbero cercato di fare meno
rumore possibile, sperando che il trucco
della porta scaffale funzionasse. Essi
invece scesero, e come dice Anna,
scesero in un batter d'occhio, quindi
senza nessuna esitazione, come se quella
fosse la cosa più logica da fare nella
loro condizione. Ne Peter, ne Otto
Frank, ne gli altri pensarono che quelli
che Anna chiama con sicurezza ladri
potevano essere gli agenti della
Gestapo. Comunque anche se fossero stati
veramente dei ladri, il farsi vedere da
loro avrebbe potuto segnare la fine per
gli otto ebrei; in quanto altre persone
sarebbero venute a conoscenza del loro
segreto.
Come é già accaduto altre volte
troviamo la conferma che di sera
nell'alloggio segreto veniva accesa
imprudentemente la luce; infatti <<alle
dieci, passi sulla scala: entrò papà
[...] spegnete la luce>>.
Più avanti, riferendosi alla
possibilità che le SS facessero
irruzione nell'alloggio segreto, Anna
scrive:<<Allora troveranno anche il
diario di Anna, aggiunse il babbo.
Bruciatelo propose il più pauroso di
tutti>>. In queste due righe Anna fa
luce su un fatto di straordinaria
importanza, cioè che il signor Otto
Frank era a conoscenza dell'esistenza
del diario, contrariamente a quanto
afferma nella versione ufficiale del
ritrovamento del diario.
Le conseguenze che questo fatto ha
sugli sviluppi di quest'analisi saranno
trattate più ampiamente nella parte
seconda.
Continuando a leggere la lettera si
viene a conoscenza di un fatto
sconcertante; Henk incontrando il
verduriere gli racconta che nella notte
erano venuti i ladri in casa, e questi
gli confessa di essere a conoscenza del
fatto e che <<ieri sera passavo con mia
moglie davanti alla vostra casa e vidi
un buco davanti alla porta. Mia moglie
voleva entrare, ma io guardai dentro con
la lampadina e i ladri scapparono via.
Per maggior sicurezza non ho telefonato
alla polizia, pensando che nel caso
vostro fosse meglio star zitti. Non so
nulla, ma m'immagino tante cose>>.
Con queste parole il verduriere
avvalora l'ipotesi che altre persone
potevano essere a conoscenza del segreto
degli otto clandestini. Ci si potrebbe
chiedere come mai le "feroci SS", che
giravano per le strade a caccia di
ebrei, non riuscirono a scoprire
quello che il "fantasioso" verduriere
aveva intuito.
* * * *
In seguito agli ultimi avvenimenti,
Anna ci racconta che finalmente vennero
prese delle precauzioni :<<Questa storia
ha prodotto alcuni cambiamenti nella
nostra vita. D'ora innanzi il signor
Dussel non passerà più la sera
nell'ufficio di Kraler, ma in camera da
bagno. Alle otto e mezza e alle nove e
mezza Peter andrà a controllare la casa;
la finestra di Peter non rimarrà più
aperta di notte. Al gabinetto, dopo le
nove e mezza, non si potrà più tirare
l'acqua>>.
Da queste disposizioni emergono molti
particolari sul modo con cui vissero gli
otto clandestini fino a quel momento:
- il signor Dussel passava tutte
le sere fuori dall'alloggio segreto.
Comportamento questo molto
imprudente, come afferma anche
Kraler :<<Kraler ci ha rimproverato
la nostra imprudenza. Anche Henk
dice che in un caso simile non
dovremmo mai scendere sotto.
Dobbiamo ricordarci che siamo dei
clandestini>>.
- Per un anno e dieci mesi nessuno
era stato preposto al controllo
della casa,
- la finestra di Peter era stata
lasciata aperta per quasi due anni.
La cosa più incredibile é che gli
otto ebrei camminavano lentamente per
non fare rumore, non buttavano la
spazzatura, avevano tappato tutte le
finestre con dei teli, si imbottivano di
codeina per non tossire, parlavano sotto
voce, ma nonostante ciò dopo essersi
recati al bagno tiravano l'acqua. Tutto
ciò é, ancora una volta, offensivo per
l'intelligenza di chi legge. Inoltre
non essendo specificato se le nove e
mezza erano di mattina o di sera,
possiamo, nella migliore delle ipotesi,
ritenere che fossero le nove e mezza di
mattina. Se così é, risulterebbe che
alle otto e trenta, alle nove e alle
nove e venti l'acqua poteva essere
tirata. In queste ipotesi l'unico modo
affinché i garzoni non sentissero il
rumore dello sciacquone é che il loro
orario lavorativo iniziasse alle dieci(35).
Siccome dalla lettera del 13/07/1943 si
é desunto che i garzoni quasi
sicuramente non lavoravano nel
pomeriggio, cioè terminavano di lavorare
pressappoco alle 14:00, ne deriverebbe
un orario lavorativo di sole 4 ore
(dalle 10:00 alle 14:00). Ovviamente
tale orario é decisamente assurdo,
(anche perché sicuramente i garzoni
lavoravano anche di pomeriggio). Questo
episodio dimostra che molte delle cose
che, come ci viene riferito, si
svolgevano quando in casa non c'erano
estranei, in realtà venivano effettuate
liberamente, senza nessun problema.
Altrimenti si é costretti, come in
questo caso, a tirare delle conclusioni
assurde(36).
Si ritiene quindi che tutta questa
parte é stata molto probabilmente
aggiunta in un secondo momento, per
rendere più credibile il racconto della
venuta dei ladri.
Venerdì, 14 aprile
1944
Nonostante le disposizioni prese Anna
riferisce che <<Qui nell'alloggio
segreto non c'è nessuno che dia il buon
esempio>>.
Questa affermazione conferma quanto
detto nella lettera precedente, cioè che
non furono mai prese delle disposizioni
precauzionali.
Sabato, 13 maggio
1944
In questa pagina affiora la
"sofferenza" provocata dalle
"ristrettezze" a cui dovevano sottostare
gli otto clandestini; infatti <<ieri era
il compleanno di papà e l'anniversario
delle nozze di papà e mamma [...] Papà
ha ricevuto in regalo [...] un'enorme
scatola splendidamente presentata e
contenente tre uova, una bottiglia di
birra, una di yogurt e una cravatta
verde. In paragone, il nostro vasetto di
sciroppo era alquanto meschino. Le mie
rose hanno un profumo delizioso
diversamente dai garofani di Miep ed
Elli [...] Sono arrivate cinquanta
paste; che bellezza! Il babbo ha offerto
pan pepato, birra ai signori e yogurt
alle signore>>.
E' molto interessante notare come
coloro che nella lettera del 03/05/1944
erano costretti a <<pranzare alle undici
e mezza>> per <<risparmiare un pasto>> e
<<a pranzo, abbiamo avuto dell'insalata
cotta, marcia. Insalata cotta e cruda,
spinaci e nient'altro. Per contorno,
patate guaste>> adesso, a distanza di
dieci giorni, mangiano delle paste e
bevono birra e yogurt. Il tutto a
dispetto dell'aumento dei prezzi
raccontato nella lettera del 06/05/1944,
cioè di soli tre giorni prima.
L'ultima cosa é una semplice
curiosità: a che cosa serviva al signor
Otto Frank una cravatta nuova, visto che
non poteva uscire di casa?
Giovedì, 25 maggio
1944
In questa lettera viene riportata la
notizia dell'arresto del verduriere,
perché nascondeva in casa due ebrei. Il
fatto clamoroso é che gli otto rifugiati
nell'apprendere la notizia, oltre ad
essere giustamente dispiaciuti per
quell'uomo e per i due ebrei, erano
soprattutto preoccupati del fatto che da
quel momento non avrebbero più potuto
mangiare troppe patate, e non temevano
affatto che il verduriere li potesse
tradire.
Martedì, 13 giugno 1944
Anna compie quindici anni e ci fa
l'elenco dei regali che ha ricevuto
:<<una sottoveste, due cinture, un
fazzoletto, due bottiglie di yogurt, un
barattolo di marmellata, un pan pepato,
un libro di botanica. Un braccialetto
[...] fiori di pisello [...] confetti e
quaderni [...] il libro di Maria
Theresia e tre fette di formaggio grasso
[...] Da Peter un bel mazzo di peonie;
il povero ragazzo si é dato molto
attorno per trovare qualcosa, ma non é
riuscito a nulla>>.
E' interessante notare che tra tutti
questi regali non c'è nemmeno una delle
cose di cui Anna aveva bisogno. Infatti
nella lettera del 31/05/1944 aveva
scritto che <<Mi dolgono i piedi. Non ho
abiti leggeri>>. Invece le vengono
regalate marmellata e yogurt, cose che
in tempo di guerra sono quasi
impossibili da trovare per chiunque,
figuriamoci per degli "ebrei
perseguitati".
Rileggendo l'elenco dei regali viene
da domandarsi dove Peter abbia cercato
il regalo per Anna, cioè quel "darsi
molto attorno" ha il significato di
girare per casa o forse per il paese?
Tenuto anche presente che le peonie...
non crescono in soffitta.
Sabato, 08 luglio 1944
Con questa lettera si conclude la
parte prima.
Essa rappresenta la giusta
conclusione di questa prima parte; in
essa si legge che <<Attraverso le
tendine non si può guardar dentro, ma
quei discorsi ad alta voce e quelle
porte che sbattevano mi facevano
rabbrividire. Non siamo più dei
clandestini? Mi balenò per la mente;
avevo la sensazione che potessimo
nuovamente mostrarci in pubblico>>.
Riprendendo le parole di Anna ci
chiediamo anche noi se effettivamente
gli otto ebrei siano mai stati dei
clandestini.
PARTE SECONDA
Le conclusioni che cercheremo di
trarre vogliono essere soltanto il
frutto del buon senso e dell'esigenza di
fare chiarezza su un punto fondamentale
della nostra storia. Non si intende,
infatti, gettare del fango sulla memoria
di Anna Frank, ma si cerca soltanto di
dimostrare che in tutti questi anni il
suo diario é stato usato in modo
improprio, variandone il contenuto. Si
intende quindi rendere giustizia alla
memoria di Anna Frank, troppo spesso
strumentalizzata da una spietata
propaganda.
Per prima cosa si cercherà di far
luce sulla paternità dell'opera,
basandosi su alcuni punti analizzati
nella parte prima.
La versione ufficiale sul
ritrovamento del diario dice che il 4
agosto 1944 la polizia tedesca fece
irruzione nell'alloggio segreto,
conducendo gli otto ebrei in campi di
concentramento tedeschi od olandesi(37).
Inoltre l'alloggio venne perquisito e
saccheggiato dalla Gestapo.
Successivamente in un mucchio di vecchi
libri, riviste e giornali adagiati per
terra, Miep ed Elli trovarono il diario,
e lo consegnarono al signor Frank, unico
superstite della sua famiglia.
Il signor Frank afferma di essere
venuto a conoscenza dell'esistenza del
diario in quell'occasione, e di
esserne restato talmente colpito che nel
leggerlo non riuscì a trattenere le
lacrime.
In seguito decise di pubblicare il
diario interamente, escludendo solo
alcune parti di scarso interesse per il
lettore, o che sarebbero risultate
offensive per qualcuno.
Da quel momento il diario é chiuso
in una cassetta di sicurezza in
Svizzera, e non é mai stato mostrato al
pubblico(38).
Analizzando bene il racconto del signor
Frank si scorgono alcuni punti dubbi:
- appare molto strano che gli
uomini della polizia tedesca
saccheggino l'intero locale,
lasciando tra le poche cose anche il
diario. Infatti erano sicuramente a
conoscenza dell'iniziativa del
ministro Bolkestein di fare una
raccolta di tutte le lettere e i
diari scritti durante la guerra, che
testimoniassero la barbarie nazista;
é quindi inspiegabile che i crudeli
nazisti lasciassero sul pavimento la
testimonianza della propria
crudeltà. Non é sostenibile
l'ipotesi che il diario si salvò in
quanto non fu trovato dalle SS,
perché il fatto che si trovasse per
terra dimostra che fu trovato e
accantonato insieme alle cose che
non avevano valore.
- Otto Frank dichiara di non
essere mai stato a conoscenza
dell'esistenza del diario. Questo é
assolutamente falso, come é stato
dimostrato ampiamente nella parte
prima(39).
Comunque sarebbe stato quasi
impossibile che un genitore, che
viveva ventiquattro ore su
ventiquattro con la figlia in un
alloggio piccolissimo, e che per
giunta le aveva regalato il diario,
non si accorgesse che la figlia lo
stava scrivendo.
- Il signor Frank dichiara di aver
pubblicato per intero il diario,
tranne alcune parti di scarso
interesse per il lettore e quelle
che potevano rivelarsi offensive per
qualche persona. Ammesso che ciò sia
vero, il signor Frank dovrebbe
rileggere la lettera del 14 giugno
1944, nella quale Anna definisce la
signora Van Daan come <<nota per la
sua poca intelligenza, o meglio,
posso dire tranquillamente per la
sua stupidità>>, e poi continua con
altri gentili apprezzamenti verso la
signora; per non parlare delle
numerose lettere in cui offende la
madre, dichiarando apertamente di
non sopportarla. Inoltre come è
possibile che, se solo alcune parti
sono state omesse, perché di scarso
interesse per il lettore, solo
alcuni anni dopo venne pubblicato un
gran numero di racconti attribuiti
ad Anna Frank, ovvero la collezione
di fiabe "Ti ricordi?"?(!!!) Alcuni
hanno ipotizzato che i passaggi
omessi trattavano argomenti sul
sesso. Eppure il Diario contiene
tratti nei quali l'argomento sesso è
ampiamente dibattuto e che hanno
sicuramente giocato un ruolo
importante nel successo del diario.
Quindi perché non pubblicare la
versione integrale? A meno che la
ragazza, nei passi soppressi, non
scivolasse in dettagli oscenamente
perversi, non si vede per quale
motivo non si potrebbe pubblicarli.
Va in ultimo rilevato che il
"Diario" di Anna Frank contiene
tutta una serie di pensieri turpi
che assolutamente non possono
appartenere ad una ragazza di
quell'età (e, soprattutto, di
quell'epoca)(40):
tutto fa supporre che certe
riflessione siano state aggiunte da
chi si sforzava di pensare come una
ragazzina; ma che non lo era. In
realtà i passi osceni e le
turpitudini sono servite oltre che
per far vendere di più il "Diario";
anche per finalità di riduzione
delle nascite, tramite la corruzione
dei costumi, troppo complesse per
poter essere trattate in poche
righe.
Questi sono tre dei punti che non
convincono nel racconto del signor
Frank. Se si volesse dimostrare la sua
buona fede si potrebbe dire che egli non
possiede una buona memoria, che le SS
non si accorsero che quello che avevano
trovato era un diario, e che le parti
che sono state tagliate riportano
considerazioni ancor più offensive di
quelle riportate. Queste giustificazioni
però non convincono e ci si chiede
perché il signor Otto Frank abbia avuto
questo vuoto di memoria e quale é il
reale motivo che lo abbia spinto a
tagliare certe parti e non altre.
Il primo di questi interrogativi
sembra non avere una risposta, non si
capisce infatti che vantaggio abbia
avuto il non ammettere di essere a
conoscenza dell'esistenza del diario.
Forse in questo modo sperava di
dimostrare che Anna nello scriverlo non
ricevette nessun condizionamento da
parte sua?
Per quanto concerne invece il secondo
interrogativo la risposta é molto
semplice: le parti che sono state
tagliate, contrariamente a quanto ci
vuol far credere il signor Frank, erano
quelle in cui venivano raccontati
avvenimenti che non si adattavano alla
storia del nascondiglio segreto. A
titolo di esempio si può andare a
rileggere l'analisi effettuata sulla
lettera del 09/11/1942, in principal
modo le conclusioni sull'episodio della
malattia del signor Frank.
Come ultima cosa resta da analizzare
il motivo che ha spinto il signor Frank
a chiudere il diario in una cassetta di
sicurezza. Il motivo potrebbe essere
quello di proteggerlo da eventuali
attentati nazisti, ma se si legge
attentamente il diario si capisce che il
vero motivo é quello di nasconderlo alla
vista della gente.
Nella lettera del 11/11/1943 si
apprende che la penna stilografica con
la quale Anna scriveva ogni cosa era
andata perduta, e quindi sostituita da
quel momento con un'altra. Sarebbe
quindi interessante andare a confrontare
la pagine del diario scritte prima e
dopo quella data. Infatti non esistono
due pennini che lasciano la stessa
traccia.
E' forse questo che preoccupa il
signor Frank o c'è qualcosa di più
grosso?
Come é già stato fatto notare nella
parte prima, in tutto il diario si
alternano vari stili di scrittura.
Questa diversità, unita al fatto che non
si sa con certezza se il diario é stato
scritto su uno o più quaderni, avvalora
l'ipotesi dell'esistenza di più diari.
Anna quindi non sarebbe affetta da
continui sdoppiamenti di persona, ma
sono effettivamente più persone che
parlano nel diario; una delle quali
potrebbe essere Margot(41),
più grande di Anna e quindi con lo stile
di una persona più matura.
Ci troveremmo quindi di fronte non al
diario di Anna Frank, ma all'unione di
più diari.
Se le sorprese finissero qui si
andrebbe ancora bene, perché avremmo tra
le mani una macedonia di diari, ognuno
dei quali originale, e che raccontano
episodi realmente accaduti. Ma purtroppo
c'è di più.
Alla luce di quanto detto finora e
supportati dalle analisi fatte nella
parte prima, cercheremo di rielaborare
l'intera vicenda del nascondiglio
segreto.
* * * *
Se si va ad analizzare il
comportamento degli otto ebrei , si nota
che essi non cercano per niente di
evitare i rumori, come Anna cerca invece
ripetutamente di farci credere. Inoltre
molti aspetti del loro modo di vivere
non sembrano coincidere con la realtà di
chi cerca di nascondersi. Come ad
esempio le loro abitudini notturne, il
cibo che mangiano, la libertà di cui
sembrano godere; sono tutte cose che non
convincono.
Si potrebbe contestare persino la
scelta del rifugio. Infatti il signor
Frank porta la propria famiglia a
nascondersi in una casa (che era, lo
ricordiamo, casa sua) dove é presente un
magazzino e degli uffici. Un luogo poco
sicuro per almeno due motivi:
1) nel magazzino lavoravano due
garzoni, i quali avrebbero potuto
benissimo udire dei rumori e
denunciarli. Infatti nella lettera del
16 settembre 1943 si apprende che <<Un
altro fatto che non ci rallegra é che
uno degli uomini del magazzino, v.M.,
comincia a nutrire qualche sospetto
circa l'alloggio segreto>>. Inoltre essi
conoscevano molto probabilmente l'intero
edificio, e quindi si sarebbero accorti
della scomparsa di una parte della casa
e del fatto che una porta era stata
coperta con uno scaffale; considerando
che uno dei due garzoni <<era un tipo
malfido, curiosissimo e poco facile da
menar per il naso>>(42).
Oltre ai due garzoni anche la donna
delle pulizie avrebbe potuto scoprirli,
udendo dei rumori, o anch'essa notando
la scomparsa di un pezzo della casa...
visto che non doveva più pulirlo...
2) la polizia tedesca perquisiva
tutti i magazzini, per scovare eventuali
depositi di armi o di merci di
contrabbando.
Lo stesso trucco della porta scaffale
per rendere più sicuro l'alloggio
segreto non convince. Infatti é molto
difficile accettare il fatto che nessuno
si accorgesse che un'intera ala della
casa era stata eclissata. Soprattutto
dall'esterno é impossibile che nessuno
si accorgesse che la casa aveva delle
finestre, che poi era impossibile
raggiungere dall'interno. Se si guarda
la piantina dell'edificio si vede che
una finestra dell'alloggio segreto dava
sul terrazzo. Quindi dal terrazzo anche
l'osservatore meno acuto si sarebbe
accorto di tale finestra, tramite la
quale avrebbe potuto guardare
nell'alloggio segreto e scorgere
qualcuno. Si potrebbe contestare questo
fatto dicendo che la finestra era stata
oscurata con dei teli; comunque é
evidente che qualcuno si sarebbe potuto
chiedere perché quella finestra era
stata coperta, mentre le altre finestre
della casa non lo erano.
Fatte queste considerazioni appare
chiaro perché nella parte prima
l'episodio della visita del nuovo
proprietario era stato giudicato
assurdo.
Sembra quindi impossibile che queste
persone siano riuscite a restare
nascoste in quell'alloggio per più di
due anni. Se ne conclude che gli otto
ebrei non si sono mai nascosti in
quell'alloggio, ma che il signor Frank
si trasferì nell'edificio che ospitava
il suo ufficio solo ed esclusivamente
per difendere le proprie merci dal
pericolo dei ladri, pericolo che ci
viene confermato nella lettera del
29/03/1944.
La storia dell'alloggio segreto é
una pura invenzione del signor Frank,
nata per rendere credibile l'idea della
persecuzione.
Si spiegano così anche i tagli
presenti nel diario, perché, come era
stato accennato in precedenza, il signor
Frank aveva l'esigenza di adattare gli
avvenimenti riportati nel diario alla
nuova situazione che cercava di mettere
in scena, finendo con l'incappare in
tutta la serie di contraddizioni che
sono state evidenziate in questa
discussione. Si spiega quindi perché i
clandestini godessero di tutta quella
libertà di spostarsi fuori dell'alloggio
segreto(43),
cosa che il signor Frank ha cercato di
mascherare, tagliando o modificando le
parti che raccontavano di fatti avvenuti
fuori dall'alloggio segreto.
Si riesce anche a comprendere perché
nessuno si preoccupava di non accendere
la luce, perché, se non ci si nasconde,
non si ha motivo di starsene al buio.
Ecco spiegata la reazione di coloro
che assistono all'episodio della caduta
dei fagioli descritto nella lettera del
9/11/1942. Ecco perché il signor Dussel
decide di riprendere a fare il dentista,
e perché Anna definisce l'episodio in
cui la signora Van Daan si fa curare un
dente buffo e non sconsiderato.
Si capisce anche perché nell'episodio
della visita alla casa del nuovo
proprietario Anna non racconta la sua
paura e quella degli altri,
semplicemente perché nessuno aveva paura
di essere scoperto. E' quindi chiaro
perché il nuovo proprietario beva la
scusa della chiave, semplicemente perché
tale scusa non gli venne mai raccontata,
ed egli poté visitare tranquillamente
tutto l'edificio.
Prendono senso perfino i rumori
notturni descrittici nella lettera del
4/08/1943, e si capisce finalmente
perché nessuno si sia deciso ad
aggiustare la porta del bagno che
cigolava, in quanto non rappresentava
per loro nessun pericolo, ma soltanto un
sopportabile fastidio. Si capisce perché
abbiano conservato l'abitudine di
mettere la sveglia, e perché la signora
Van Daan continui a passare
l'aspirapolvere sul suo tappeto.
Si capisce perché ascoltavano la
radio a tutte le ore del giorno, perché
Peter spaccava legna, perché le finestre
erano a volte chiuse, altre volte
aperte, altre ancora oscurate con i teli
trasparenti.
E' chiaro perché la donna delle
pulizie non abbia sentito l'odore dei
cavoli, in quanto tale odore non
proveniva dall'alloggio segreto, ma
dalla cucina al primo piano.
Si capisce in fine perché potessero
tirare l'acqua ogni volta che andavano
al bagno.
Senza contare altri argomenti, e ce
ne sono molti, non trattati nella prima
parte di questo testo, come ad esempio
la questione della corrispondenza(44).
Tutto questo rende chiaro ed evidente
perché il signor Frank non voglia
mostrare l'originale del diario, in
quanto dovrebbe piuttosto mostrare gli
originali dei diari, con tutte le
correzioni e le pagine che ha
astutamente tagliato.
Ci si potrebbe a questo punto
chiedere quali sono i motivi che hanno
spinto il signor Frank a mettere in
scena una tale farsa. Ebbene bisogna
tener presente che il Diario di Anna
Frank si é subito trasformato in un vero
e proprio business(45),
inoltre non va dimenticato che
l'olocausto deve gran parte della sua
credibilità a questo "libro", che
rappresenta se non la base, una delle
assi portanti su cui esso si poggia.
Quindi far luce su questo libro
significa far luce su fatti che troppo
spesso vengono usati per giustificare
alcuni avvenimenti che hanno seguito la
fine della seconda guerra mondiale(46).
Ci sentiamo di consigliare, al
lettore interessato, lo scritto in
assoluto più completo sull'argomento:"IL
DIARIO DI ANNA FRANK: UNA FRODE", il cui
autore è Ditlieb Felderer.
Tale testo è una vera miniera di
notizie, tutte da gustare. La più bella
fra tutte le "perline" che ci regala il
valente Felderer è rappresentata da
degli scritti autografi attribuiti,
unanimemente, dagli storici di
regime, ad Anna Frank; i quali sono
stati scritti a penna biro.
E' un vero peccato per gli
sterminazionisti, ma; ahimè; la penna
biro fu inventata solo nel 1951! Ben sei
anni dopo la morte della nostra
eroina!!! Lo scritto di Ditlieb Felderer
(testimone di Geova ed antinazista) è,
come detto, un'opera assai completa. Ad
essa noi abbiamo abbondantemente
attinto.
* * * *
Intendiamo concludere queste nostre
riflessioni invitando il lettore a
cimentarsi personalmente nell'analisi
del "Diario" come, ovviamente, di ogni
notizia (o documento) che intendono
farci credere veritiera.
Solo aumentando il
nostro senso critico potremo difenderci
dalla propaganda del regime.
APPENDICE A
Confronto fra le versioni del
ritrovamento del Diario di Anna Frank
riportate dall'enciclopedia giudaica del
1974
Versione originale(47)
Children's Literature: Vol 5
Pag. 448
After the war, the diary was found by
her father and published.
Anne Frank: Vol 7 Pag.54
Diary, found by the gentile friends
immediately after the family's arrest.
Question and answers:
Frank Anne, Diary of: Yearbook
Pag 406
QUESTION: We have found a
contradiction in the Encyclopedia
Judaica in regard to who found the
original copy of The Diary of Anne
Frank. In volume 5:448, it is stated
that the diary was found by her father
and subsequently published. In volume
7:54, it is stated that it was found by
gentile friends immediately after the
family's arrest.
The epilogue in the copy of The Diary
of Anne Frank in aur congregational
library states that it was discovered by
two person, Miep and Elli we would
appreciate knowing which statement is
correct.
ANSWER: We are grateful to you for
pointing out this contradiction.
I have to inform you that the
statement in the article "Anne Frank" to
the effect that the diary was found by
two gentile friends (those who are
mentioned in the article "Children's
Literature" (5:448) is mistakenly based
on the stage version of The Diary of
Anne Frank which, for the purpose of
drama, made the father discover it).
Traduzione italiana
Letteratura dei bambini: Vol 5
Pag. 448
Dopo la guerra, il diario fu trovato
da suo padre e pubblicato.
Anna Frank: Vol 7 Pag. 54
Il diario, trovato da amici non ebrei(48)
immediatamente dopo l'arresto della
famiglia.
Domanda e risposte:
Il Diario di Anna Frank:
Annuario Pag 406
DOMANDA: Abbiamo trovato una
contraddizione nell'Enciclopedia
Giudaica in riguardo a chi trovò la
copia originale del Diario di Anna
Frank. Nel volume 5, pagina 448, é
affermato che il diario fu trovato da
suo padre e pubblicato successivamente.
Nel volume 7, pagina 54, é affermato
che fu trovato da amici non ebrei
immediatamente dopo l'arresto della
famiglia.
L'epilogo nella copia del Diario di
Anna Frank nella biblioteca della nostra
associazione afferma che fu trovato da
due persone, Miep ed Elli. Noi vorremmo
sapere quale asserzione sia corretta.
RISPOSTA: Noi le siamo riconoscenti
per aver fatto notare questa
contraddizione. Devo informarla che
l'asserzione nell'articolo "Anna Frank"
che il diario fu trovato da due amici
non ebrei è esatta (ciò che è menzionato
nell'articolo "Letteratura dei bambini"
(volume 5 pagina 448) é basato
erroneamente sulla versione teatrale del
Diario di Anna Frank il quale, ai fini
del dramma, fa che lo trova il padre)(49).
APPENDICE B
Siti INTERNET revisionisti:
http://aaargh.vho.org
http://www.islam-radio.net
http://www.holywar.org
http://www.codoh.com/viewpoints/viewfour703.html
(Sito curato dall'ANNALES D'HISTOIRE
REVISIONNISTE)
http://www.kaiwan.com/~ihrgreg/jhr/jhrindex.html
(Sito curato da THE JOURNAL OF
HISTORICAL REVIEW, contenente molti
degli articoli pubblicati dalla rivista,
dal 1980 ad oggi)
http://www.kaiwan.com/~ihrgreg (Sito
curato da Grag Raven)
http://www.webcom.com/ezundel (Sito
curato da Ernst Zündel)
APPENDICE C
Riviste revisioniste (Elenco tratto
dalla rivista L'UOMO LIBERO N° 41)
ANNALES D'HISTOIRE REVISIONNISTE
(AHR)
Apparso dalla primavera 1987 alla
primavera 1990 in otto numeri di 192,
160, 208, 192, 206, 192, 216, 176 pp. di
formato tipo A5.
HISTORISCHE TATSACHEN (HT)
Fascicoli di 40 pagine in formato A4,
a cadenza tri-quadrimestrale.
THE JOURNAL OF HISTORICAL REVIEW
(JHR)
La rivista capostipite del
revisionismo storico, nata nel 1980.
Presso l'editore sono tutt'ora
disponibili le annate 1984-1995 (non è
stata pubblicata la 1987). In fascicoli
trimestrali di 128 pagine in formato
tipo A5 fino all'inverno 1992; dal
gennaio 1993, fascicoli bimestrali in
formato tipo A4 di pagine 48.
KRITIK
La rivista in formato tipo A5 a
cadenza circa trimestrale, numeri
monografici, pubblicazione cessata nel
1995 a causa della persecuzione
dell'editore Thies Christophersen
NOUVELLE VISION
La rivista in formato A5, ha cessato
di apparire col numero 36 (marzo-maggio
1995). Tutti i numeri riportano notizie
di attualità sulla persecuzione degli
studiosi revisionisti, in particolare
sui responsabili della rivista.
REVISION
Diretta dall'indomito Alain Guionnet
(alias Attila Lemage e l'Aigle moire),
plurincarcerato per crimen opinionis.
Dal marzo 1989 al febbraio 1996 sono
usciti 56 fascicoli (70 numeri) in
formato A4, con numero di pagine
variabili da 8 a 56. Articoli sul
revisionismo, sulla persecuzione dei
revisionisti e di cultura storica e
politica varia.
REVISIÓN
Edita in Argentina, pubblicazione
verosimilmente cessata col numero 5.
fascicoli formato A5.
REVUE D'HISTOIRE REVISIONNISTE (RHR)
Apparsa nel maggio-luglio 1990 al
maggio 1992 in sei numeri di 176, 192,
224, 208, 224, 212 pagine, formato tipo
A5.
RICHTIGSTELLUNGEN ZUR ZEITGESCHICHTE
Fascicoli di 64 pagine in formato A5,
contenenti ognuno efficaci
puntualizzazioni su una ventina di
argomenti, ad opera del Dr. Heinrich
Wendig. Sono finora usciti nove numeri
(1990-1996).
APPENDICE D
(Elenco tratto dalla rivista L'UOMO
LIBERO N° 41)
Periodici di un certo interesse
(per quel che concerne le tematiche
revisioniste) in lingua italiana:
ORION (M. Battarra), via Plinio
32,20129 Milano
SENTINELLA D'ITALIA (Antonio Guerin),
via Buonarroti 4, 34074 Montefalcone
(GO)
SODALITIUM (don Curzio Nitoglia),
località Carbignano 36, 10020 Verrua
Savoia (TO)
STORIA DEL XX SECOLO (C.D.L.), Via
Aurora, 2, 27045 Casteggio (PV)
STORIA VERITÁ (ARS), via Matteotti 2,
58100 Grosseto
L'UOMO LIBERO, casella postale 1658 -
20123 Milano
Periodici in lingua tedesca:
DEUTSCHLAND IN GESCHICHTE UND
GEGENWART (Wigbert Grabert), Postfach
1629, D - 72006 Tübingen
DEUTSCHLAND REPORT (Media World), Box
62, Gb - TN22 1ZY Uckfield/E.Sussex
EURO-KURIER (Wigbert grabert),
Postfach 1629, D - 72006 Tübingen
DER FREIWILLIGE (Munin Verlag),
Postfach 3023, D - 49020 Osnabrück
GERMANIA (Ernst Zündel), 206 Carlton
Street, M5A 2L1 Toronto/Ontario, Canada
HALT (Gerd Honsik), Apartado 9084, E
- 08080 Barcelona
HISTORISCHE TATSACHEN (Udo Walendy),
Postfach 1643, D - 32590 Vlotho
JUNGE FREIHEIT (Junge
Freiheit-Leserdienst), Postfach 601451,
D - 14414 Potsdam
NATIONAL-ZEITUNG (DSZ Verlag),
Paosostraße 2, D - 81243 München
SLEIPNIR (Verlag der Freunde),
Postfach 217, D - 10182 Berlin
RUSSLAND UND WIR (Siegfried Keiling),
Sindlinger Weg 1, D - 61350 Bad Homburg
STAATSBRIEFE (Hans-Dietrich Sander),
Postfach 140628, D - 80456 München
USA-BERICHT (Hans Schmidt), PO Box
1124, Pensacola, FL 32524-1124, USA
Periodici in lingua francese
CURRIER DU CONTINENT (Georges-Andrè
Amaudruz), case ville 2428, CH - 1002
Lausanne
FAITS & DOCUMENTS - Lettre
d'informations confidentielles, BP
254-09, F - 75424 Paris Cedex 09
GAZETTE DU GOLFE ET DES BANLIEUES (Le
temps irreparable), 1 Aubray, F - 91780
Chalo Saint Mars
L'AUTRE HISTOIRE (SFPLA), BP 3, F -
35134 Coesmes
LECTURES FRANÇAISES, (Henri Coston)
BP 1, F - 86190 Chirè-en-Montreuil
LE FLAMBEAU (Mark Fredriksen), BP
5087, F - 14042 Caen Cedex
LE PAMPHLET (Mariette Paschoud), case
ville 4047, CH - 1002 Lausanne
REVISION (Alain Guionnet), 11 rue
d'Alembert, F - 92130
Issy-les-Moulineaux
LA VIEILLE TAUPE (Pierre Guillaume),
BP 98, F - 75224 Paris Cedex 05
Periodici in lingua inglese:
GANPAC BRIEF (Hans Schmidt), PO Box
1124, Pensacola, FL 32524-1124, USA
INSTAURATION (Howard Allen), Box 76,
FL 32920 Cape Canaveral, USA
JOURNAL OF HISTORICAL REVIEW (IHR),
PO Box 4296, Torrance, CA 90510, USA
THE TRUTH AT LAST (Edward Fields), PO
Box 1211, Marietta, GA 30061, USA
Periodici in lingua spagnola:
REVISIÓN, Casilla de Correo 3782, CP
(1000) Correo Central, Buenos Aires,
Argentina
APPENDICE E
(Elenco tratto dalla rivista L'UOMO
LIBERO N° 41)
Centri librari alternativi:
ALL'INSEGNA DEL VELTRO (Claudio
Mutti), viale Osacca 13, 43100 Parma
LA BOTTEGA DEL FANTASTICO (Marco
Battara), via Plinio 32, 20129 Milano
LIBRERIA DI AR, largo Dogana Regia,
84100 Salerno
LIBRERIA EUROPA (Enzo Cipriano), via
Sebastiano Veniero 74/76, 00192 Roma
ARNDTBUCHDIENST (Dietmar Munier),
Postfach 3603, D - 24035 Kiel
BUCHDIENST NATION EUROPA, Postfach
2554, D - 96414 Coburg
DEUTSCHE VERLAGSGESELLSCHAFT (DVG),
Postfach 1180, D - 32352 Preßisch
Oldendorf
DEUTSCHER BUCHDIENST (FZ Verlag),
Paosostraße 2,D - 81238 München
DRUFFEL VERLAG (Gert Sudholt),
Postfach, D - 82328 Berg/Starnberger See
GRABERT VERLAG, Postfach 1629, D -
72006 Tübingen
LESEN UND SCHENKEN (Dietmar Munier),
Postfach 3603, D - 24035 Kiel
TÜRMER KULTURREISEN, Postfach, D -
82335 Berg am See
VERLAG FÜR GANZHEITLICHE FORSCHUNG
UND KULTUR (Roland Bohlinger), Postfach,
D - 25884 Viöl
L'AENCRE, 12 rue de la Sourdière, F -
75001 Paris
FAITS ET DOCUMENTS (Emmanuel Ratier),
BP 254-09, F - 75424 Paris Cedex
THE NOONTIDE PRESS (IHR), PO Box
2719, Newport Beach, CA 92659, USA
SAMISDAT PUBLISHER (Ernst Zündel),
206 Carlton Street, M5A 2L1
Toronto/Ontario, Canada
LIBRERIA EUROPA, Apartado 9169, E -
08080 Barcellona
EL WALHALLA srl, Casilla de Correo
2973, CP (1000) Correo Central, Buenos
Aires, Argentina
INDICE DEGLI ARGOMENTI
Nella nostra analisi del diario di
Anna Frank si è cercato di mettere in
evidenza le varie contraddizioni
presenti nel testo. Per motivi di
chiarezza, e per una più facile
consultazione della nostra analisi,
elenchiamo qui di seguito quelle più
ricorrenti:
NELL'ALLOGGIO SEGRETO SI ACCENDEVANO
LE LUCI: vedi
lettere del:
20 ottobre 1942 pag. 15
28 novembre 1942 pag. 17
22 dicembre 1942 pag. 17
04 agosto 1943 pag. 20
03 marzo 1944 pag. 24
29 marzo 1944 pag. 26
SI PRODUCEVA DEL FUMO: vedi
lettera del:
11 novembre 1943 pag. 22
SI ACCENDEVA LA RADIO: vedi
lettere del:
11 luglio 1942 pag. 11
14 febbraio 1944 pag. 23
27 marzo 1944
SI TENEVA UN GATTO: vedi
lettere del:
14 agosto 1942 pag. 13
05 agosto 1943 pag. 21
SI EFFETTUAVA OGNI GENERE DI RUMORE
(LAVORI DI FALEGNAMERIA, LITI, UTILIZZO
DI ELETTRODOMESTICI, ECC... ): vedi
lettere del:
11 luglio 1942 pag. 11
21 settembre 1942 pag. 14
09 novembre 1942 pag. 16
10 dicembre 1942 pag. 17
13 luglio 1943 pag. 19
04 agosto 1943 pag .20
05 agosto 1943 pag. 21
29 ottobre 1943 pag. 22
23 febbraio 1944 pag. 23
27 febbraio 1944 pag. 24
28 febbraio 1944 pag. 24
06 marzo 1944 pag. 25
15 marzo 1944 pag. 26
08 luglio 1944 pag. 30
GLI OTTO EBREI USCIVANO CONTINUAMENTE
DALL'ALLOGGIO SEGRETO: vedi
lettere del
29 settembre 1942 pag. 14
29 marzo 1944 pag. 26
LE FINESTRE ERANO A VOLTE CHIUSE,
ALTRE VOLTE APERTE: VEDI
Lettere del:
04 agosto 1943 pag. 20
23 febbraio 1944 pag. 23
BIBLIOGRAFIA
Anna Frank DIARIO - Giulio Einaudi
editore - Torino, 1986
Anna Frank DIARIO - Giulio Einaudi
editore - Torino, 1954
Il Diario di Anna Frank: una frode -
edizioni La Sfinge - Parma, 1990
Enciclopedia Giudaica - 1974
NOTE
1. Da quando è stata realizzata la
famosa "legge Mancino" si è costretti,
per legge, a credere all'olocausto. Il
"miscredente" che si dichiarasse tale,
rischia la reclusione fino a quattro
anni e tre mesi. Nella democrazia
italiota siamo così giunti allo
psico-crimine di orwelliana memoria.
2. Età di Anna quando inizia a scrivere
il diario.
3. E' bene precisare che chi vi scrive
non crede nell'olocausto, ed invita i
lettori scettici su questo punto a
consultare i libri consigliati in
appendice.
4. Insieme degli storici, critici,
scrittori, ecc. sostenitori della
veridicità dell'olocausto. Essi si
contrappongono ai revisionisti, che
ritengono infondate le argomentazioni
sterminazioniste, in quanto prive di
ogni fondamento, non solo
storico-scientifico, ma anche logico. I
revisionisti quindi utilizzano un metodo
storiografico scientifico, mentre gli
sterminazionisti non fanno altro che
servire gli interessi della propaganda
del regime.
5. Da quanto scritto dalla Ginzburg
emerge chiaramente l'intenzione di porre
davanti agli occhi di chi si appresta a
leggere il Diario di Anna Frank un velo,
in modo da annullare il senso critico
del lettore, portandolo a vedere solo
ciò che si vuole che egli veda.
Questo è purtroppo solo uno degli
esempi che si possono fare sulle varie
tecniche di condizionamento mentale che
il regime adotta sistematicamente per
portare avanti ciò che possiamo definire
"il sovvertimento di ogni valore".
6. Ci si riferisce soprattutto al
potere di ricatto morale che gli ebrei
non mancano di usare ogniqual volta fa
loro comodo. Ad esempio per giustificare
le atrocità commesse dallo stato
d'Israele.
7. Di origine cazara. I cazari sono
una popolazione caucasica convertitasi
in massa all'ebraismo nel settimo-ottavo
secolo dell'era cristiana. Gli ebrei di
origine cazara vengono chiamati
comunemente "askenazin" od
"aschenaziti". Essi hanno in comune solo
la religione con gli altri ebrei, detti
"sefarditi", che sono di origine
semitica.
8. Non esisteva pertanto luogo peggiore
per nascondersi; essendo quello il primo
nel quale la polizia sarebbe giunta, a
rigor di logica.
9. la quale aveva, fra l'altro, il
compito di distruggere qualsiasi diario,
data l'espressa volontà della propaganda
angloalleata di raccogliere ogni testo
che testimoniasse la "barbarie nazista".
10. Vedi cartina in allegato n.12.
11.
Tratto da "Anna Frank diario" ed.
Einaudi pag. 9
12.
Anna decide di cambiare il nome dei
vari personaggi. Nel diario però non vi
é nessun accenno a tale cambiamento.
13. Vedi primo gruppo di parole in
allegato n. 10
14. Vedi primo gruppo di parole in
allegato n. 10
15. Si avverte il tentativo di
nascondere astutamente l'esistenza dei
vicini, per rendere più credibile il
fatto che otto persone siano riuscite a
non farsi sentire ne vedere per più di
due anni.
16. Bisogna ricordare che ai lati
dell'alloggio segreto vi era una
fabbrica ed una casa commerciale, quindi
locali che di notte erano disabitati, se
non si pensa ad una eventuale guardia
notturna (non menzionata da Anna).
In verità la storia della casa
commerciale e della fabbrica non
convince; molto probabilmente negli
edifici accanto vi abitavano stabilmente
anche delle persone.
17. Il sottolineato é stato aggiunto
per mettere in evidenza il contrasto tra
le due affermazioni.
18.
Sarebbe interessante esaminare il
testo originale.
19. Vedi piantina in allegato n. 5
20. Vedi nota relativa alla lettera
dell' 11/07/1942.
21. L'importanza di tale lettera verrà
meglio discussa nella parte seconda.
22. Più avanti leggerete come Anna si
lamenta invece del cattivo sapore del
cibo.
23. E' improbabile che anche in questa
circostanza in casa non vi fossero
estranei.
24. Vedi allegati n° 6 e 7
25. Si legga l'episodio della venuta
dei ladri descritto nella lettera del
01/03/1944, e ancor più quella del
11/04/1944.
26. Le conclusioni che si possono
trarre da questo episodio saranno
esposte nella parte seconda.
27. Nella lettera del 20/10/1942
infatti si legge <<Il gancio che fissa
lo scaffale alla porta, e che poteva
esser tolto dal di fuori da chi
conosceva il segreto,....>>. Quindi solo
chi conosceva il modo per aprire la
porta scaffale poteva accedere
all'alloggio segreto.
28. L'edizione Einaudi riporta:<<Dopo
la guerra voglio pubblicare un libro
intitolato Het Achterhuis. Se ci
riuscirò o meno ancora non lo so, ma il
mio diario mi sarà di aiuto.>>
29. L'edizione Einaudi riporta :<<Ore
sei e tre quarti: Trrr... lo
svegliarino, che può far sentire la sua
vocina a qualunque ora del giorno (se si
vuole, e talvolta anche se non si
vuole).>>
30.
1 libbra corrisponde a 300g in
Italia, 0.453kg nei Paesi anglosassoni,
mentre in Olanda corrisponde a 500g.
31. Vedi introduzione all'edizione
Einaudi del diario di Natalia Ginzburg
riportata nell'introduzione.
32. Per meglio comprendere l'argomento
in questione bisogna sapere che
all'epoca la fame, quella vera, era
diffusissima in tutti i territori
occupati dall'Asse. Tanto per intenderci
in Italia, all'epoca, vi era la stessa
percentuale di infarti e di ictus che
attualmente si registra in India, paese
dove l'alimentazione e quasi priva di
proteine animali (che se assunte in
eccesso, in età adulta, possono
provocare tali cause di morte) e la
morte per fame è endemica.
33. Ministro dell'Educazione, Arti e
Scienze.
34. Emittente ufficiale del governo
olandese, trasferitosi in Inghilterra,
dopo l'occupazione dell'Olanda da parte
della Germania.
35. Margine di mezz'ora.
36. Si ritornerà su questo problema più
ampiamente nella parte seconda.
37. Vedi cartina in allegato n. 12
38. Le foto che vi mostriamo ci sono
pervenute da varie fonti, ma attualmente
non esiste una perizia seria del diario,
ne' é stato concesso dal signor Frank di
effettuarne una
39. Vedi commento alla lettera del 11
aprile 1944
40. Vedi lettera del 20/06/1942
41.
Anche Margot scriveva un diario,
come si apprende nella lettera del
16/10/1942.
42. Lettera del 16 settembre 1943.
43. Tale libertà é confermata dalla
lettera del 21/08/1942, in cui Anna
afferma che:<<Il signor Kraler ha
infatti creduto opportuno di collocare
uno scaffale dinanzi alla nostra porta
d'ingresso [...] Ora, se vogliamo
scendere sotto, dobbiamo prima chinarci
e poi saltare, perché la scaletta non
c'è più. Dopo tre giorni eravamo tutti
pieni di bolle sulla fronte, perché
urtavamo contro la porta molto bassa.>>.
Da quanto letto si vede che gli otto
ebrei, contrariamente a quanto cerchino
di far credere, uscivano frequentemente
dall'alloggio segreto, così
frequentemente che si erano provocati
delle bolle sulla fronte, a causa degli
urti contro la porta.
44. Infatti questi clandestini, così
tremebondi nel loro nascondiglio... si
concedevano persino il piacere di
scrivere, spedire e ricevere lettere!
In data 20 agosto 1943, Anna scrive
<<Van Daan guarda in tutti i cassetti e
in tutte le cartelle cercando la posta
del giorno>>...
E che dire del fatto che Elli aveva
<<combinato per Peter, Margot e me,
presso non so quale scuola, un corso di
stenografia per corrispondenza>>
(lettera del 1 ottobre 1942).
Margot, inoltre deve studiare il
latino, e il signor Frank non trova di
meglio che farsi mandare un programma
dell'istituto di insegnamento di Leida
(lettera del 4 novembre 1943).
I poveri perseguitati, quindi,
ricevevano regolarmente posta: niente
male!
45. La sola edizione americana ha
venduto più di 2.500.000 copie.
46.
Vedi il saccheggio della Germania,
da parte di Israele, con la scusa del
risarcimento dei danni di guerra.
47. Il testo riportato é la
trascrizione di quello originale, in
quanto non é stato possibile effettuarne
la fotocopia per motivi burocratici.
48. Nota che il termine "gentile" in
ebraico si traduce con "non ebreo".
49. Ci sentiamo di non essere d'accordo
con la giustificazione trovata
nell'annuario, in quanto l'articolo
"Children's Literature" si riferisce
chiaramente al Diario di Anna Frank e
non alla sua versione teatrale.
ALLEGATI
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