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titolo la demonologia dei rabbini

di Elizabeth Dilling 1

 

postato: 29 luglio 2019

 

 

 

Prefazione

 

Leggendo la Dichiarazione conciliare Nostra Ætate, sulle religioni non cristiane, del 28 ottobre 1965, e tutti i documenti ufficiali successivi emanati dai vertici della Gerarchia ecclesiastica, si ha la netta impressione che per le autorità vaticane l'attuale religione ebraica sia la naturale continuazione della religione mosaica, così com'era praticata dal popolo ebraico anche al momento della venuta di Gesù Cristo sulla Terra. Secondo tale convinzione, gli ebrei dei nostri giorni continuerebbero dunque a seguire e a mettere in pratica tutti i precetti stabiliti dall'Antica Alleanza sancita da Dio e trasmessa a Mosè sul Sinai.

 

Sulla scia di questa idea, ci si è spinti molto in avanti arrivando a dichiarare in più occasioni che, per via della vocazione irrevocabile del «popolo eletto», gli ebrei dei nostri giorni sarebbero ancora carissimi a Dio, e che l'Antico Patto tra Dio e la stirpe di Abramo, di Isacco e di Giacobbe sarebbe tuttora in vigore 2. Non solo: nel documento Il Popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana, redatto dalla Pontificia Commissione Biblica e pubblicato nel 2001 con la prefazione dell'allora Cardinale Joseph Ratzinger, si insinua che il cristianesimo si sarebbe appropriato in maniera indebita dell'Antico Testamento «rubandolo», in un certo qual senso, ai legittimi destinatari e interpretandolo in modo «unilaterale» (!?).

 

joseph ratzinger - opra: l'allora Cjoseph ratzinger - il popolo ebraico e le sue sacre scritture nella bibbia cristiana

Sopra: l'allora Cardinale Joseph Ratzinger (poi Benedetto XVI), autore della prefazione al documento romano Il Popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana.

 

Si potrebbe continuare in questo senso citando altri atti del «magistero» post-conciliare nella stessa direzione, tutti in contrasto con la Sacra Scrittura, con l'opinione dei Padri della Chiesa e con il Magistero preconciliare. Ma quanto sentito fin qui basta e avanza per convincerci di quanto detto nelle prime righe: secondo la stragrande maggioranza dei cattolici (e non solo), gli attuali seguaci della sinagoga sarebbero fedeli osservanti della legge mosaica, esattamente come lo erano lo erano i Profeti e i Patriarchi.

 

Come dimostra in maniera impeccabile 3 Elizabeth Dilling (1894-1966), l'Autrice di questo scritto, tale opinione è assolutamente falsa e non rispondente alla realtà, e chi sostiene il contrario o ignora la vera natura del giudaismo post-cristiano o è in mala fede. Tertium non datur. A chi si avvicina anche con occhio profano allo studio del giudaismo pre e post-cristiano, la prima cosa che salta agli occhi è l'importanza che l'odierna religione ebraica attribuisce non più alla Toràh (la legge mosaica), ma al Talmud e alla Kabbalah: il primo è una raccolta di sentenze e di commentari rabbinici alla Sacra Scrittura, e la seconda un compendio di misticimo ebraico, entrambi redatti tardivamente, ossia a partire dal I secolo d. C. fino al XIII-XIV  secolo.

 

talmud babilonese

Sopra: Talmud babilonese della Soncino Press.

 

Ora, per un cattolico, per quanto imperfetta, passeggera e incapace di salvare l'uomo, l'Antica Alleanza è stata rivelata da Dio e fa parte integrante della Rivelazione insieme al Nuovo Testamento, la nuova ed eterna Alleanza. Al contrario, la produzione letteraria rabbinica post-cristiana e post-biblica è il risultato di una contaminazione della legge mosaica dovuta al contatto con il paganesimo circostante e al conseguente assorbimento di concetti e di miti che di fatto hanno finito per annullare i precetti divini.

 

Il Dio personale della Bibbia è stato sostituito dai rabbini con un'entità impersonale, informe e priva di una volontà propria (l'En Sof). Al Dio Creatore, distinto dal creato, è subentrata una divinità panteistica ed emanazionista (i dieci Sefirot dell'Albero della Vita cabalistico). I divieti divini di praticare ogni atto contrario al monoteismo sono stati del tutto ribaltati, per cui ciò che nell'Antica Legge era agli occhi del Signore in abominio, ora per molti israeliti è del tutto lecito. Dunque, il giudaismo post-cristiano e post-biblico è in totale rottura con il giudaismo biblico, e l'attuale religione praticata nelle sinagoghe è in realtà un amalgama di superstizioni e di favole che affonda le sue radici nei culti politeisti praticati dagli antichi cananei e babilonesi (e nelle dottrine gnostiche e neo-platoniche).

 

portæ lucis

Sopra: il trattato cabalistico rinascimentale Portæ Lucis.

 

Errano dunque gravemente coloro che sostengono essere l'attuale ebraismo la continuazione dell'antica religione mosaica. Ma, al contempo, errano altrettanto gravemente quelli che, nauseati dalla deriva anticristiana del giudaismo post-biblico e talmudico, attribuiscono i mali di cui è causa all'Antico Testamento, o peggio - come l'eresia gnostica dei primi secoli dell'Era cristiana - pensano che Mosè fosse un mago o identificano Yahwéh con un demiurgo malvagio.

 

 

Paolo Baroni

 

 

 

Il Talmud permette la magia

 

Il cosiddetto «giudaismo» odierno altro non è che fariseismo talmudico babilonese, che fondamentalmente può considerarsi mero paganesimo
che si è contaminato durante i secoli. Definizioni afferenti a questa antica forma di satanismo come «immanenza» (da Baruch Spinoza; 1632-1677), «emanazione» (dalla Kabbalah talmudica), «materialismo dialettico-storico» (da Karl Marx, alias Mordechai Levi; 1818-1883), nascondono in realtà concetti riconducibili al paganesimo arcaico... La demonologia fu adottata in tutte le sue forme dai farisei e incorporata nel cosiddetto «giudaismo».

 

baruch spinoza

karl marx

Baruch Spinoza Karl Marx

 

Demoni dell'arcano, della notte e di ogni fase della natura erano e sono oggetto di zelante adulazione per mezzo dei costumi e del credo di questa sètta. Il testo talmudico intitolato Yadayim («Le mani») ne è un classico esempio, trattando il rituale del lavaggio delle mani connesso alla demonologia farisaica. Il Talmud è colmo di riferimenti a varie pratiche occulte. La pratica farisaica ai tempi di Cristo di far sgocciolare acqua sulle mani alternativamente onde allontanare presenze demoniache è tutt’ora in uso. Lo Shulchan Aruch («Codice della legge ebraica»), una forma alleggerita della Mishna del Talmud, allude alla presenza aleggiante di un demone sulle persone addormentate:

 

«Quando costui si leva dal proprio sonno, lo spirito maligno si allontana dal suo corpo ad eccezion fatta delle dita delle mani. Da quel punto, lo spirito impuro non si allontanerà prima che vi sia fatta sgocciolare dell’acqua, per tre volte e alternativamente. Ad una persona non è permesso di percorrere più di quattro cubiti senza che prima si sia lavato le mani» 4.

 

shulchan aruch

Sopra: lo Shulchan Aruch.

 

L'Edizione Soncino del Talmud, nella sua introduzione allo Yadayim («Lavaggio delle mani»), recita come segue: «Questo [...] rito [...] costituì uno dei fondamentali dissidi tra Gesù e i farisei» (pag. 545). Quando i farisei si rivolsero a Cristo redarguendolo circa l'inosservanza da parte degli apostoli dei rituali concernenti il lavaggio delle mani, Egli si rivolse a questi di rimando tacciandoli d'ipocrisia poiché insegnavano «dottrine che sono precetti di uomini [...]. Perché voi trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione"»? (Mt 15, 3-9). Ecco invece quanto affermava Mosè nei suoi precetti (Dt 18, 10-12):

 

«Non si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il fuoco, il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la divinazione o il sortilegio o l'augurio o la magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa di questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni davanti a te».

 

yadayim

Sopra: il rituale dello Yadayim (purificazione delle mani).

 

Ciò nonostante, tutte le summenzionate pratiche sono ammesse dagli scritti farisaico-giudaici 5. Riferendosi esattamente al precedente passo delle Sacre Scritture, rovesciandone tuttavia il senso, i «savi» talmudici asseriscono che l'evocare demoni allo scopo di sfruttarne i poteri per pratiche magiche non costituirebbe idolatria perché tale pratica differisce in sé dall'adorazione! L'antica pratica del conversare con gli spiriti esercitata dagli iniziati a scopo divinatorio è contemplata anch'essa nell'ebraismo, e nel contempo verrebbe da questi ignobilmente attribuita a Gesù 6.

 

Ecco un altro ammonimento di Mosé: «Non praticherete alcuna sorta di divinazione o di magia» (Lv 19, 26). I «savi» distorsero anche questo univoco e chiaro precetto dichiarando: «Ciò è diretto a coloro che praticano l'incantesimo per mezzo di alcuni roditori, uccelli e pesci». Questo allo scopo di vietare ciò che comunque nessuno avrebbe avuto interesse a praticare e aprendo così la strada a tutte le pratiche pagane che altrove erano comunemente ammesse. Taluni dogmi cristiani sarebbero per costoro ottusa mistificazione.

 

Nella Jewish Encyclopedia del 1905 fu già esplicitamente testimoniata l'acquisizione da parte dei rabbini dell'egida sul giudaismo e dell'azione di epurazione da questi condotta verso quei «passi obsoleti» delle Sacre Scritture concernenti Dio e l'ascrizione del Suo potere di controllo intelligente sul mondo e sul creato, attribuendo tali virtù bibliche a eminenze minori o «potenze angeliche».

 

jewish encyclopedia 1905

Sopra: la Jewish Encyclopedia del 1905.

 

Quindi, i farisei procedettero con l'angeologia e la demonologia (babilonese) - la Ma'aseh Bereshit e la Ma'aseh Merkabah - a ridurre, e di fatto ad annichilire, la Bibbia a mero panteismo. È inoltre ritenuto «obsoleto» l'antropomorfismo che viene riscontrato dai rabbini nell'attribuzione presente nella Bibbia di qualità umane a Dio come l'intelligenza, il controllo e l'amore 7. La Ma'aseh Merkabah e la Ma'aseh Bereshit sono la denominazione ebraica di ciò che getta le fondamenta di una forma di gnosticismo occulto.

 

ma'aseh bereshit

Sopra: la Ma'aseh Bereshit.

 

Pretenziosamente basato sulla Genesi e sulla visione del Profeta Ezechiele del Cocchio di Dio (Ez 1), quest'ultimo «mistero» prende il nome di «Merkabah». Le parole che paiono maggiormente intrise di significato nella definizione della Merkabah, contenuta nella Jewish Encyclopedia 8, sono «tramite altri mezzi»:

 

«Il credo risiede nella visione di talune cose nel mondo reale indotte da abluzioni, rapide e ferventi invocazioni e tramite altri mezzi [...]. Colui che cavalca la "Merkabah" deve dotarsi di amuleti con sigilli recanti nomi misteriosi [...]. La figura centrale della teofania è in ogni caso "il Principe Faciceo" Metatron [...]. Egli è colui che impartì all'uomo la conoscenza paradisiaca, del passato e del futuro».

 

metatron

Sopra: l'angelo Metatron, che nella Kabbalah assume

la stessa importanza del demiurgo nello gnosticismo.

 

Persino bruciare bambini in onore del demone Moloch in cambio di potere occulto è permesso oggi dalle scritture supreme del giudaismo farisaico.

 

Magia ebraica

 

Rabbi Joshua Trachtenberg (1904-1959), citato nell’opera Who's Who in American Jewry, scrisse nel suo illuminante - seppur difensivo - libro Jewish Magic and Superstition («Magia e superstizione ebraica») della fama pluricentenaria di cui gli ebrei godono come praticanti di magia nera e riti di demonologia occulta, asserendo:

 

talismano ebraico«Dalle fonti risulta che gli ebrei possedessero quanto meno familiarità con l'uso di metodi atti ad indurre malattia e morte, eccitazione e istinto omicida, capacità di persuasione coatta o evocazioni demoniache a scopo divinatorio e altro [...]. Abbiamo anche testimonianza del potere dei maghi di proiettare il proprio spirito in luoghi remoti, spaziare liberamente in essi per poi far ritorno al proprio corpo esanime» 9. «La magia [...] esistette sempre all'interno della cornice della religione ebraica» 10. «La conoscenza dei nomi attraverso i quali la magia ebraica veniva praticata era inaccessibile alle donne poiché richiedeva non solo un'approfondita conoscenza dell'ebraico e dell'aramaico, cosa pressoché inaudita per il sesso femminile, ma soprattutto una profonda interiorizzazione delle reminiscenze in ambito mistico dalla cui perpetuazione esse erano interdette [...]. L'antica sapienza mistica era ermeticamente custodita e tramandata da una cerchia ristretta. L'arcana sapienza dei discepoli di Kalonymos (che attinse tale conoscenza da fonti babilonesi) [...] vide la sua prima stesura scritta nel XIII secolo [...]. L'ebraismo si votò sempre più all'introspezione [...] e lo studio del Talmud divenne quasi totalmente l'unica ricerca intellettuale [...]. Tuttavia, la Kabbalah tedesca non raggiunse mai la profondità teoretica della propria controparte ispanica, né mai possedette pari influenza» 11. «Sicché possiamo affermare che qualunque ebreo sia stato spinto dal proprio desiderio in tal direzione possegga in sé, seppure in misura ristretta, una piccola porzione di magia. Nondimeno, è generalmente convenuto che solo una minima parte della sapienza mistica è stata oggetto di trascrizione; la gran parte di essa rimase proprietà privata e gelosamente custodita» 12.

 

jewish magic and superstition

Sopra: l'opera Jewish Magic and Superstition

di rabbi Joshua Trachtenberg.

 

Nel capitolo della stessa opera recante il titolo «Vietato e consentito», Trachtenberg scrive:

 

«Nella Bibbia viene indistintamente pronunciata una condanna verso la magia. Il Talmud [...] persegue nel suo intento tradizionale di classificazione e chiarimento della legge ebraica, smembrando la definizione generalizzante di magia in diverse sezioni».

 

A seguito di un'accurata suddivisione in categorie del suddetto argomento l'Autore giunge infine ad ammettere che il Talmud contiene tutte quelle pratiche denunciate e bandite nella Bibbia. Trachtenberg conclude: «Da un punto puramente pratico, vennero escluse tutte le forme di magia d'uso corrente presso gli ebrei» 13. The Universal Jewish Encyclopedia cita Jewish Magic and Superstition di Trachtenberg come un testo di grande autorevolezza rabbinica sulle tematiche in esso esposte.

 

the universal jewish encyclopedia

Sopra: la voluminosa Universal Jewish Encyclopedia.

 

Habdalah

 

Riferisce rabbi Trachtenberg:

 

«Il sabato sera, durante la cerimonia della Habdalah, che segna l'inizio della nuova settimana, una diversa libagione veniva offerta agli spiriti come parte del rituale. Una piccola quantità di vino veniva versata sul suolo come "propiziazione per la settimana intera simboleggiando buona fortuna e benedizione"».

 

habdalah

Sopra: la cerimonia dell'Habdalah in una sinagoga.

 

Rabbi Trachtenberg screma quindi il racconto dalla sua enfasi e procede attribuendogli valore religioso:

 

«Moses Mat scrisse nel XVI secolo che questa pratica aveva lo scopo di cedere la propria porzione di vino a "Korah", letteralmente le "potenze malvagie". Pare che tale porzione fosse in realtà una quantità alquanto ragguardevole. A tal proposito, ebbe ad esclamare un rabbino della Slesia: "Se possedessi la quantità di vino che durante la Habdalah viene versata al suolo, ne avrei a sufficienza per dissetarmi un'intera annata"! Questa pratica del versare vino laddove è stata pronunciata una benedizione è, secondo taluni, non un'offerta fatta agli spiriti, bensì un mezzo per liberarsene» 14.

 

Poco prima, Trachtenberg illustra varie forme d'offerta di cibo a demoni come un tozzo di pane e un calice di vino «lasciati all'uopo per la durata di una notte», considerando tale pratica il «predisporre il desco per i demoni». Ciò continuava ad esser praticato, talvolta ammettendo apertamente di avere come fine «l'estensione della pienezza della benedizione per l'intera settimana».

 

habdalah

Sopra: un'altra foto della cerimonia dell'Habdalah.

 

Durante il Seder pasquale, una coppa di vino è appositamente mesciuta al profeta Elia, il quale, secondo una credenza comune, visiterebbe in tale occasione le case di ogni ebreo e per il quale viene inoltre appositamente lasciato aperto l'uscio domestico; almeno in questa occasione non si tratta di una presenza malefica.

 

Altra pratica affermatasi in seno alle comunità ebraiche tedesche consiste nello spillare una goccia di vino allorquando, in occasione della ricorrenza precedentemente citata, si rievochino le dieci piaghe bibliche, allo scopo di esorcizzare una possibile visita da parte di spiriti malefici a coloro che fra i celebranti abbiano potuto indurli a ciò risvegliando la memoria di nefasti accadimenti. Scrisse del famoso rabbino Israel Isserlein (1530-1572) il suo biografo:

 

«Egli era solito spillare una goccia d'acqua dal suo calice prima di berne, ciò per osservanza di un costume universale ebraico risalente ai tempi della stesura del Talmud. Il senso di tale pratica risiedeva nella convinzione che un demone potesse aver contaminato il liquido; ovviamente, il rimuoverne una porzione non poteva aver lo scopo di purificarlo. Il proposito era piuttosto di cessare l'intento del demone di avvelenare il liquido offrendogliene una libagione» 15.

 

Tashlik e Kapparah

 

Rabbi Trachtenberg descrive la potenza dei rituali ebraici della Kapparah. Nelle prime edizioni della Shulchan Aruch, un codice ebraico comunemente riconosciuto e curato da Joseph ben Ephraim Caro (1488-1575), il giudizio sul Tashlik di «usanza frivola» venne rivisto «sotto l'influenza dell'autore polacco del XVI secolo Moses Isserles [...], giacché varie caratteristiche del rito ne suggeriscono il carattere superstizioso nonché magico».

 

joseph ben ephraim caro

Sopra: ritratto di Joseph ben Ephraim Caro.

 

Il Tashlik è l'antica ma tuttora comune pratica farisaica del gettare in un fiume o in un bacino acquoso dei tozzi di cibo durante il Rosh Hashanah, una sorta di richiamo che anche presso gli hassidici è utilizzato allo scopo di placare i demoni. I ponti di Brooklyn e Manhattan di New York sono più volte stati luoghi in cui questa pratica è stata messa in atto, come riportato nella Jewish Encyclopedia del 1905, alla voce «Tashlik». Aggiunge Trachtenberg:

 

«Il pollame è strettamente associato agli spiriti nella tradizione ebraica (e non) costituendone l'offerta votiva per antonomasia [...]. L'uomo e la donna sono rappresentati da un gallo e una gallina in svariate forme di rituale magico. I cerchi descritti attorno alla testa degli esemplari e i numeri tre e sette sono peculiarità di queste pratiche. Questa forma di "rappresentanza" tra uomo e gallo viene effettuata tramite la recitazione di formule che possiedono tutti gli aspetti salienti dell'incantesimo. Nei testi più antichi dei rituali, la locuzione "questa è la mia espiazione" mancava, poiché la sua successiva aggiunta aveva piuttosto la funzione di far sì che le iniziali dei vocaboli ebraici contenuti nella formula componessero l'acronimo "Hatash", ossia il nome dell'angelo preposto a queste mansioni [...]. La credenza che gli spiriti si attrespolino sui tetti delle case è comune nel mondo ebraico (il Talmud riferisce che si nascondano nelle grondaie) [...]. Alla luce di tutto questo è difficile dubitare del significato dell'uso di gettare delle interiora d'animale sui tetti, pratica tuttora comune in molte comunità ebraiche. Questa è una delle più plateali pratiche scaramantiche rimaste in uso, tant'è che mentre se per altri casi l'associazione ad una pratica del relativo significato si perde troppo nella notte dei tempi, in questa circostanza l'ovvietà della correlazione tra pratica e credenza non lascia spazio a dubbi 16 [...]. Affinemente a ciò, si menzioni lo Tashlik, osservato il primo giorno del Rosh Hashanah [...]. Questa cerimonia non rappresenta che l'ultima versione di un complesso di pratiche scaramantiche basate sulla credenza dell'esistenza di spiriti nei bacini acquiferi [...]. Recentemente, questa ricorrenza è stata prorogata al primo giorno dell'inizio dell’Anno Nuovo a causa del fatto che cadendo essa sullo Sabbath potesse costituire peccato il consumare pane in quel lasso di tempo».

 

Molte «esplicazioni» tradizionalmente usate dal fariseismo a mo' di «sepolcro imbiancato» per coprire il mero paganesimo sono di seguito elencate dal Trachtenberg:

 

«Talune spiegazioni sono in maniera troppo evidente una copertura del reale proposito, ossia la pratica di offrire pane agli spiriti [...]. Questa tendenza ad abbandonare le proprie vesti al fiume nasce sotto l'influsso cabalistico» 17.

 

tashlik

Sopra: la cerimonia del Tashlik sulle rive di uno specchio d'acqua..

 

L'offerta rituale di pane agli spiriti abbandonando questo alle acque di un fiume è inoltre chiaramente rappresentata in un'illustrazione contenuta nella Jewish Encyclopedia. Tutto il testo talmudico dello Yadaym o lavaggio rituale delle mani si basa sulla credenza di spiriti che dimorano nelle acque. Lo scopo dello scrittore talmudista in queste opere non era assolutamente quello di cancellare l'aspetto animistico dalla vita dei farisei, cosa che questi gli avrebbero implacabilmente rinfacciato.

 

Lilith: la favorita tra le demonesse

 

Tra le schiere di demoni sui quali gli ebrei manifestano l'intento di ottenere il controllo per poi liberarsene, nessuna figura detiene la preminenza di Lilith. Vi sono amuleti con lo scopo specifico di tenerla sotto controllo, come si evince dalla Jewish Encyclopedia 18. Si ritiene che Lilith nutra gelosia verso le madri assopite e i loro neonati. La sua principale attività sarebbe il «covare demoni».

 

Nella già menzionata pubblicazione del Trachtenberg, l'autore insiste nel riferire la favola talmudica secondo cui Adamo, quando era ancora separato da Eva, avrebbe avuto delle relazioni con demonesse che gli avrebbero donato una progenie demoniaca. Si dice che ciò sarebbe accaduto quando egli aveva 130 anni. Trachtenberg scrive:

 

«Come conseguenza delle leggendarie relazioni di Adamo con Lilith (una dizione diversa) [...], la progenie che ne risultò fu frequentemente associata a demoni che attanaglierebbero gli uomini assopiti causando a questi polluzioni notturne, spargendo il seme di questa progenie ibrida [...]. Visto che le vittime predilette della demonessa sarebbero le donne assopite, pare ovvio il ricorso ad un numero estensivo di contromisure [...]. In questa interpretazione traspare la fusione tra la demonessa della notte e l'archetipo di entità posta a tutela della gravidanza, figura influenzata senza dubbio dal personaggio mitico babilonese Lamassu, nonché le lamie e striga della tradizione greco-romana» 19.

 

lilith - lamassu

Sopra: a sinistra, la dea mesopotamica Lilith, trasformata

dal Talmud in una demonessa; a destra, il dio sumero Lamassu.

 

Il mimo

 

Una delle più caratteristiche nonché meno gradevoli tra le usanze talmudiche è il ricorso alla gestualità per la cosiddetta «rappresentazione mimata». Rabbi Trachtenberg ne discute nella sua già citata opera:

 

mimo«Si tratta di uno dei più diffusi espedienti anti-demoniaci [...]. Si effettua serrando il pugno e inserendo il pollice tra le dita intermedie. Si tratta di una forma simbolica piuttosto obsoleta [...]. La sua origine deriva da una rappresentazione oscena dell'atto sessuale. Menasseh ben Israel (1604-1657) si espresse correttamente sia nell'esplicare l'intento di tale atto gestuale, che nell'associare questo al suggerimento talmudico di inserire il proprio pollice destro nel pugno sinistro e viceversa, per proteggersi dal malocchio [...]. "Quando un uomo serra il pollice nel proprio pugno, simula una donna gravida, cosicché gli spiriti non possano nuocergli". Chi avesse deciso di utilizzare tale contromisura veniva messo in guardia dal fatto che ciò, oltre a neutralizzarne gli attacchi, infuriava letteralmente i demoni; pertanto, era del tutto sconsigliabile che individui deboli, "specialmente gli ammalati gravi", ricorressero a tale pratica, onde evitare ritorsioni da parte di tali entità. Tra le varianti d'uso comune di tale pratica ricordiamo: l'inserzione del mignolo destro nel pugno sinistro, accompagnata dalla recitazione di una formula per propiziare un viaggio sicuro. Per la stessa finalità si ricorreva all'uso delle dita con allusioni al fallo, così com'è risaputo che sollevare l'indice e il pollice ripetendo il nome "Uriel" sette volte permetterebbe di ipnotizzare una strega, o ancora che un "impulso malefico possa essere vanificato premendo coi pollici sul suolo e ripetendo "Pipi" nove volte e sputando» 20.

 

Anche in questo caso, l'accuratezza letteraria del Trachtenberg è proverbiale.

 

Spiriti e cimiteri

 

simon bar yohai«Ovviamente, gli spiriti, oltre che nuocere, possono anche aiutare gli uomini [...]. Un visitatore dotato di spirito d'osservazione che si rechi, ad esempio, alla tomba di Simon bar Yohai a Meron, in Palestina, noterà una serie di appelli al santo per invocare il suo benevolo aiuto 21 [...]. "La pratica antica di visitare i cimiteri per richiedere i servigi apparenti o discepoli scomparsi persistette nel tempo [...]. Oltre alle visite individuali, si accrebbe l'uso presso le congregazioni di ritirarsi collettivamente nei cimiteri in diverse occasioni annuali, come i sette "digiuni della pioggia" e per il Tisha 'B'Ab [...], nonché per il Giorno dell'Espiazione e per l'inizio dell'Anno Nuovo, "perché i morti implorino misericordia per nostro conto" 22. "L'usanza di lavarsi le mani dopo un funerale è ampiamente diffusa [...]. Nonostante i tentativi di reperire un'esegesi biblica a questa pratica [...], si giunse unanimemente ad ammettere che il suo scopo era di "esorcizzare gli spiriti impuri" che gremivano i partecipanti, "gli spiriti che li seguivano nelle loro dimore"» 23.

 

Tutt'ora, si possono notare gli ebrei che in luoghi come il Temple Sholom, sull'elegante Lake Shore Drive di Chicago, fanno sgocciolare dell'acqua sulle proprie mani dopo un funerale. La Jewish Encyclopedia (alla voce «Cimitero») riferisce dell'usanza di visitare i cimiteri per consultare gli spiriti, citando il Talmud 24. In questo trattato, si legge che se una persona

 

«trascorre una notte in un cimitero, uno spirito impuro può giacere su di lui, allo scopo di consentirgli di prevedere il futuro ed evitare di esporsi a pericoli» 25.

 

cimitero ebraico

Sopra: cimitero ebraico di Bologna.

 

Al di là di tutto, che i cimiteri siano infestati da spiriti e demoni rimane una convinzione diffusa.

 

Negromanzia ebraica

 

Riferisce rabbi Trachtenberg:

 

«Il futuro è un libro aperto per le schiere del regno del sovrannaturale; persino i defunti, oltre che gli angeli e i demoni, possono origliare le decisioni imminenti prese dalla corte altissima; "essi fluttuano attraverso l'Universo per udire ciò che è stato decretato". Quindi, ne fanno il resoconto ai proprî intimi sulla terra attraverso sogni o apparizioni personali [...]. Tuttavia, normalmente, il mondo spirituale è geloso dei proprî segreti e può essere indotto a rivelarli solo attraverso espedienti magici [...]. Invocazioni mistiche e riti occulti sono un efficace strumento del mago per assoggettare i defunti alla propria volontà. L'arte della negromanzia è una funzione specifica della magia» 26. «La lingua ufficiale della corte celeste è l'ebraico [...]. Questo principio è stato avanzato nel Talmud» 27.

 

negromanzia

 

Nel capitolo «The War With the Spirits» («La guerra con gli spiriti»), rabbi Trachtenberg afferma:

 

«I metodi per tutelarsi dagli attacchi degli spiriti si dividono in tre categorie generiche:

1) Scacciarli [...];

2) Conquistarne le grazie per mezzo di doni, corromperli e quindi acquisirne il favore;

3) Ingannarli camuffando o travestendo le vittime da essi predesignate, oppure persuadendoli a credere che la realtà riguardante le circostanze motivo dell'offesa era diversa da quella da essi percepita.

 

Ognuno di questi metodi, singolarmente, ma spesso anche in combinazione, erano conosciuti e praticati dagli ebrei, tant'è che questi trovarono espressione in passi di rituali religiosi».

 

kapparot

 

Rabbi Trachtenberg cita la pratica di immergere un prepuzio appena reciso in un bacile d'acqua, con i partecipanti che immergono le dita nel liquido sanguinolento, nonché il seppellire il circoncisore con i prepuzi che ha reciso durante la sua vita, come forme di un rituale demoniaco. Il rabbino cita pure:

  • La sfortuna recata dai numeri, con eccezion fatta per alcune notti nelle quali è possibile allontanare il maleficio di tali cifre bevendo quattro calici di vino;

  • Gli studi talmudici per trafiggere i demoni;

  • La recitazione notturna dello Shema.

rabbini

 

Egli aggiunge: «Non vi fu mai un tentativo di camuffare l'intento di queste funzioni-preghiere; fu più volte ribadito che esse possiedono una funzione specifica legata ai demoni». E riferisce: «Alla mia destra Michele, alla mia sinistra Gabriele, innanzi a me Uriel, dietro di me Raffaele». Questa non è che la versione ebraica dell'antica formula babilonese d'incantesimo: «Shamash innanzi a me, Sin dietro di me, Nergal alla mia destra, Ninib alla mia sinistra». O ancora: «Possano il buon Shedu alla mia destra, il buon Lamassu alla mia sinistra, ecc...» 28.

 

«L'arma finale nella strategia anti-demoniaca è quella dell'inganno. Oltre a piagnistei in occasione dei matrimoni per trasformare agli occhi dei demoni tali ricorrenze in eventi nefasti, rompere un bicchiere e suonare lo shofar per spaventare i demoni nelle stesse  circostanze, altre pratiche d'inganno d’uso comune sono il cambiare il proprio nome assumendone uno posticcio cosicché i demoni o spiriti incaricati di eseguire una condanna non riescano a localizzare il proprio obiettivo [...], proprio come gli alias per i criminali braccati dalla polizia» 29.

 

shofar

Lo shofar è un piccolo corno di montone utilizzato come strumento musicale. Viene utilizzato durante alcune funzioni religiose ebraiche ed in particolar modo durante Rosh haShana e Yom Kippur.

 

Alla voce «Shinnuy-ha-shem» della Jewish Encyclopedia, è possibile reperire la formula usata in sinagoga per sostituire il vero nome con un posticcio onde ingannare i demoni:

 

«Quando il Legittimo Giudizio aveva già decretato la morte per malattia, i nostri santi rabbini dissero: "Tre cose annullano la sentenza; una fra queste è cambiare il nome del paziente. Noi perciò, conformemente al loro consiglio, abbiamo cambiato il nome di (menzione nome originario) nel nome (menzione nome posticcio) che è ora un'altra persona". Il decreto non avrà più forza nei riguardi di costui».

 

Cristo era dunque così folle nel definire i farisei «stolti e ciechi»? (Mt 23, 17).

 

cristo e i farisei

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità» (Mt 23, 27-28).

 

Lo Shulchan Aruch

 

Mai curarsi della corretta dizione di un termine talmudico. Tanto per infondere un senso frustrante di confusione, non appena si è identificata una dizione, se ne trova un'altra. Il titolo di questo paragrafo è la dizione suggerita dalla Jewish Encyclopedia, nonostante il nome del libro sia Schulchan Aruch. Quest'ultimo, riferisce la Universal Jewish Encyclopedia, è la «fonte di primaria autorità dell’ebraismo. Esso è un compendio delle pratiche religiose ebraiche».

 

Il Kitzur, o compendio condensato di quest'opera, è in vendita nelle librerie ebraiche 30. Esso fu redatto da rabbi Joseph ben Ephraim Caro. Questi morì a Safed, in Palestina, il santuario della magia ebraica. Caro era uno di quegli esuli di Spagna, allontanati da questa nel 1492 in virtù della reazione al fiorire nel territorio nazionale dell'«era d'oro» dei talmudisti. A causa delle accuse di negligenza rivolte a Caro nei confronti delle usanze degli ebrei orientali o askenaziti, stanziati tra Polonia, Russia e Germania, in favore delle usanze ebraico-spagnole o sefardite, Moses Isserless integrò in tal senso il testo.

 

kitzur

Il Kitzur, un compendio dello Schulchan Aruch.

 

Esso venne pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1565 e divenne «pressoché canonico». Tuttavia, la Universal Jewish Encyclopedia recrimina che sin dal 1700, a causa dell'esposizione di Johan Andreas Eisenmenger (1654-1704), lo Shulchan Aruch indusse gli antisemiti ad accusare gli ebrei di essere «ostili all'umanità». Il Kitzur, o edizione abbreviata dello Shulchan Aruch, costituì un infuso delle leggi talmudiche o Mishnaim, una sorta di vademecum degli espedienti più vari, come il tipo di scarpa da calzare ogni mattina per tenere lontani i demoni, ecc..., la spiegazione agli ebrei moderni del tanto amato oggetto di studio talmudico: l'intimità. Afferma rabbi Trachtenberg:

 

«Ai tempi della stesura del Talmud era comune far risuonare delle noci in un contenitore per scacciare e spaventare i demoni che frequentano i luoghi privati».

 

johan andreas Eisenmenger

Sopra: l'orientalista Johan Andreas Eisenmenger.

 

Egli cita anche altri strumenti. Le sezioni VXXII-CXXV offrono indicazioni su quelle frivole osservanze quali l'evitare di fare il bagno o il non piantare i chiodi durante il digiuno del Tammuz:

 

«Alla sera tutti si radunano nella sinagoga levandosi gli stivali [...]. Tutti devono sedersi a terra; giusto qualche flebile luce viene accesa solo perché sia sufficiente a questi per recitare i lamenti e i lamenti speciali. Lamenti e lamenti speciali sono entrambi recitati con tono sommesso e intonazione congrua» 31. «Nello shabbat dei nove giorni di Ab, è usanza chiamare al Maftir il rabbino che sappia eseguire il lamento» 32.

 

ebrei in sinagoga

 

Il pretesto per conservare questa tipica usanza pagana babilonese è il dovere di piangere per la perdita del Tempio di Gerusalemme. Vi sono poi tre osceni e assurdi capitoli riguardanti il comportamento da tenere in luoghi intimi e privati; gli escrementi e le secrezioni; i lavaggi delle mani contro i demoni e tutte quelle pratiche che vennero duramente deplorate da Cristo.

 

Soltanto le pagine dell'opera riguardanti lo shabbat sarebbero sufficienti a tappezzare un macigno. Tipici esempi di questi precetti: «Una persona non deve lavare le proprie mani sul suolo [...] perché uno spirito malefico aleggia su tale acqua» 33. La mano destra e quindi la sinistra devono essere immerse nell'acqua prima del pasto: «Ed egli non deve asciugarle nei proprî indumenti poiché ciò reca danno alla memoria» 34. «La saggezza dei savi» rammenta:

 

«Quando un uomo è assopito, la sua anima abbandona il corpo, e uno spirito impuro scende su di lui. Quando questi si leva dal sonno, lo spirito malefico abbandona tutto il suo corpo, ad eccezione delle dita. Da questo punto lo spirito non si allontanerà finché egli non vi avrà fatto sgocciolare dell'acqua per tre volte alternativamente. Non è permesso camminare per più di quattro cubiti prima di essersi lavati le mani» 35.

 

netilat yadayim

 

Un cubito corrisponde circa a quarantacinque centimetri. Attenti quindi ai vostri passi! Questo cosiddetto «lavaggio di mani» non ha nulla a che fare con l'igiene, bensì con lo sloggiare quei demoni che il pio e ortodosso ebreo invocherà appena un po' più tardi.

 

Omicidio rituale

 

Nel corso dei secoli, a partire dall'epoca dello storico fariseo Giuseppe Flavio (37-100 d.C.), ossia dal I secolo, gli ebrei sono stati ripetutamente accusati di praticare l'«omicidio rituale» nel corso di pratiche di magia nera, imputazione da sempre e con veemenza negata. Queste negazioni sono comprensibili se si considera quanto odiose queste pratiche possano essere. Riferisce la Jewish Encyclopedia del 1905:

 

«Si può asserire in maniera categorica che non esistono rituali ebraici che prescrivano l'uso di un qualsiasi essere umano [...]. Se ce ne fossero stati, ne risulterebbe menzione nella colossale letteratura halakhica».

 

beato simonino da trento

Sopra: antica stampa che illustra l'omicidio rituale

del Beato Simonino di Trento, avvenuto nel 1475.

 

Ovviamente, tale asserzione ha natura elusiva, poiché nessuno ha mai accusato l'ebraismo di compendiare pratiche cruente e demoniache nelle pagine dell'Halachah (o letteratura «legale»). La demonologia appartiene alla «Kabbalah pratica», la letteratura «teurgica» sullo studio dei miracoli, manoscritti che sono trascritti e ricopiati da donatore a fiduciario, solo occasionalmente e parzialmente contenuti in testi sull'occulto.

 

Tra le righe di questa letteratura scorre sangue, sangue e ancora sangue. Una delle tante accuse di omicidio rituale ebbe luogo in Russia nel 1912, quando Menachem Mendel Beilis (1874-1934) fu accusato di questo crimine, perpetrato pare in seno a pratiche di magia nera. L'American Jewish Committee («Comitato Ebraico Americano») riuscì con successo a sensibilizzare i giornalisti sul propugnare la propria posizione: «Questa nazione (gli Stati Uniti) ritiene l'accusa di carattere puramente infamante». I ministri cristiani d'America vennero persuasi a spedire lettere di protesta in Russia.

 

menachem mendel beilis

Sopra: l'ebreo Menachem Mendel Beilis, il carnefice; a destra,

la vittima: il tredicenne di Kiev Andrey Yushchinsky.

 

Questi «paladini della cristianità» aborrivano «la convinzione della fondatezza di questa atroce accusa» 36. La Jewish Encyclopedia del 1905 nega artificiosamente la «sanguinosa accusa», ma asserisce: «Dell'allarmante numero di processi su presunti rituali si è venuti a conoscenza solo dei più eclatanti e di valore più simbolico». Centoventidue di questi sarebbero stati insabbiati.

 

Tra questi, trentanove costituiscono un unico blocco collocabile in Russia, e solo nel XIX secolo. Altri ebbero luogo in Romania, Prussia, Boemia, Germania, Inghilterra, Francia e ancora Russia. Possibile che un numero così pingue di processi abbia avuto luogo in così tanti luoghi e per un lasso temporale talmente lungo solamente sulla base di un mero pregiudizio?

 

Una lettura della voce «Superstizione» della Universal Jewish Encyclopedia offrirà uno scorcio sulle pratiche occulte che tuttora permangono nel giudaismo, pratiche folli come «il mimare», la Kapparah e altre affini. Rabbi Joshua Trachtenberg è citato come un'autorità, così come il suo Jewish Magic and Superstition. In tale opera egli cerca di smontare le accuse di omicidio rituale nei secoli, con particolare riferimento al

 

«costante ricorso al sacrificio rituale di bambini e all'importanza del sangue umano nei rituali di stregoneria esercitato nei processi [...] come elemento distintivo della visione popolare sulla funzione dei rituali di stregoneria dalla campagna accusatoria portata avanti dalla Chiesa» 37.

 

ariel toaff - pasque di sangue

Negli ultimi decenni la questione dell'omicidio rituale è stata al centro di accese discussioni finché Ariel Toaff, un rabbino, storico e accademico, figlio dell''ex rabbino capo di Roma Elio Toaff (1915-2015), nel 2007 ha dato alle stampe l'opera Pasque di sangue (Il Mulino). Potendo accedere ad una bibliografia vastissima, Toaff ha provato, al di là di ogni ragionevole dubbio, la veridicità dell'uccisione rituale del piccolo Beato Simonino da Trento. A causa delle proteste della comunità ebraica, l'opera è stata immediatamente ritirata dal commercio e rieditata l'anno successivo in forma epurata.

 

È particolarmente degno di nota il fatto che queste pratiche continuino ad essere attuali. Il professor Dekker era al contempo nel movimento comunista e mi ha rivelato di far parte di uno di questi circoli occulti, assieme al capo del Partito Comunista statunitense Earl Browder (1891-1973), con il compito specifico di «influenzare gli individui». L'opera Ritual Magic («Magia Rituale») 38 è un buon complemento al Jewish Magic and Superstition di Trachtenberg ed è un libro integrato da documentazioni contenenti molti scritti concernenti pratiche cruente.

 

earl browder

Sopra: Earl Browder, segretario generale del

Partito Comunista degli Stati Uniti d'America.

 

Il suo autore è la professoressa Elizabeth M. Butler (1885-1959), della Cambridge University. La vasta esperienza di studio, nonché la documentazione su questo soggetto sono presentati in uno stile sobrio, benché non privo di momenti in cui la consapevolezza della natura pericolosa e viziosa di queste «arti» occulte, supportata da esimi riferimenti filologici, non può non suscitare ansia nel lettore accorto. Si fa quindi riferimento alla linea che lega questa magia demoniaca ad un'epoca passata:

 

«Il mondo delle iscrizioni accadico-caldeo-babilonesi, i papiri ellenico-egizi, animato dalla convinzione che gli déi possano supportare, se propriamente invocati, il mago durante pratiche in cui questi interagisca con i demoni; fin dagli albori della loro esistenza, veniva percepito come il pericolo che queste arti finissero in mano a praticanti di magia nera, benché la loro fama restasse in altri ambiti non solo rispettabile, ma elevata a eccelsa e sacra. Il cristianesimo rappresentò la svolta, anatemizzando la magia».

 

elizabeth m. butler - ritual magic

Sopra: Elizabeth M. Butler e il suo libro Ritual Magic.

 

Assassinio infantile

 

Nessuno dotato di un briciolo di decenza nella sua comune accezione potrebbe provare qualcosa di diverso dalla più profonda condanna verso l'assassinare bambini nel corso di orge cruente e oscene. Tuttavia, il Talmud ammette ciò, anche oggi: il trattato Sanhedrin, il supremo «raccoglitore» della legge criminologica ebraica, giustifica tale atto come donare il «seme di un individuo a Moloch».

 

Le condanne bibliche di «abomini» come il culto di Baal e di Moloch, rimangono lettera morta per il disinteressato lettore moderno, solitamente ignorante a riguardo della demonologia, della sfrenata truculenta e lussuriosa perversione del paganesimo, né tali tematiche vengono affrontate dagli scrittori moderni in ambito biblico. Profondamente ferrato nella conoscenza della Bibbia e della storia antica era lo storico francese Gustave Flaubert (1821-1880), che descrisse i sacrifici infantili offerti a Baal e a Moloch a Cartagine, fondata dai fenici.

 

gustave flaubert

Sopra: lo storico Gustave Flaubert.

 

La città fenicia di Tiro, centro commerciale del mondo antico, era rinomata per i suoi riti colmi di ricorsi al lesbismo, alla sodomia, nonché al rogo di bambini. La sua distruzione totale e permanente, predetta da Ezechiele (cap. 11 e 27) si realizzò fino in fondo dopo la tratta di trentamila dei suoi più eminenti cittadini in schiavitù, nonché la costruzione di una strada lastricata con i frammenti delle mura e delle torri abbattute da Nabuccodonosor (605-562 a.C.). Flaubert descrisse il terrore dei cartaginesi:

 

«Essi non avevano effettuato l'offerta annuale della Fenicia al Melkarth di Tiro [...]. Gli dèi erano indignati con la repubblica ed erano senza dubbio sul punto di perseguire la propria vendetta [...]. Tutto era debole se paragonato a Moloch il Distruttore [...]. Non vi era un tormento sufficientemente grande per questa divinità, dal momento che egli era soddisfatto da quelli la cui descrizione risultava la più orribile [...]. Egli doveva essere totalmente soddisfatto; era credenza che un'immolazione per mezzo del fuoco avrebbe purificato Cartagine. La particolare ferocia di quelle genti le rendeva predisposte verso tali pratiche. Gli antichi si radunarono [...] e quando il gran sacerdote di Moloch domandò ad essi il consenso di offrire i proprî figli [...] tutti abbassarono mestamente il capo in segno di approvazione [...].

 

moloch

 

Tale decreto si diffuse pressoché immediatamente in tutta Cartagine, e i lamenti risuonarono. I pianti delle donne poterono essere uditi ovunque, così come quelli dei mariti che le consolavano o si rivolgevano di rimando con rimostranze ancora maggiori [...]. Quindi [...], i sacerdoti di Moloch diedero inizio al proprio compito. Uomini vestiti di nero si presentarono alle case [...]. I servi di Moloch dovettero quindi prelevare i bambini dalle famiglie. Altri stupidamente li consegnarono di persona. Essi vennero condotti al tempio di Tanith, dove le sacerdotesse dovevano offrire loro conforto e intrattenimento fino al solenne giorno [...]. Parte del muro del tempio venne abbattuto in modo che il braciere del dio potesse essere svuotato senza che le ceneri sull'altare venissero toccate.

 

moloch

 

Quindi, non appena il Sole fece la sua comparsa, le sacerdotesse si accalcarono nella piazza di Khamon. Il dio mosse all'indietro poggiato su cilindri; le sue spalle stridevano contro le mura e non appena esso fu visibile i cartaginesi presero il volo, poiché di spezie invase le strade. Tutti i templi vennero aperti simultaneamente, e da essi si riversarono tabernacoli montati su carri, grandi piume sventolarono ai loro angoli e raggi luminosi si rifransero sulle superfici d'oro e d'argento dei pinnacoli affusolati, che terminavano in sfere di cristallo, argento, oro e rame.

 

moloch

 

Questi erano i simboli dei Canaatish Balim, emanazioni del supremo Baal. Nei padiglioni di Melkarth, che erano di fine porpora, veniva custodita una fiaccola a petrolio; su Khamon, che era color giacinto, venne innalzato un fallo d'avorio (il simbolo procreativo maschile che contraddistingueva i luoghi di culto e che fu bandito dalla Bibbia) circondato da un cerchio di gemme; dalle cupole di Eschmoun, che erano blu come l'etere, un pitone dormiente formava un cerchio con la sua coda [...]. Quindi giunsero tutte le statue delle divinità inferiori: Baal Samin, dio dello spazio celeste, Baal Peor [...]; Baal Zehoub [...]; l'Irabel di Libia, l'Adrammelech di Caldea, il Kijun dei siriani; Decreto, strisciante sulle sue pinne, il cadavere di Tammuz (il dio del sesso, al quale il calendario delle sinagoghe talmudiche riserva tutt'ora un digiuno; N.d.A.), che vennero trascinati in mezzo al catafalco [...] onde simboleggiare la sottomissione dei sovrani del firmamento al Sole (l'attuale religione talmudica "omaggia il Sole" periodicamente; N.d.A.) [...].

 

moloch

 

Stelle di metalli di diverso colore erano issate in cima a lunghi pali branditi dagli astanti; tutti presenziavano, dall'oscuro Nebo, il genio di Mercurio, allo sfuggente Rahab, che corrisponde alla costellazione del Coccodrillo. Gli Abbadir, pietre cadute dalla Luna (i giorni della Luna, propriamente rimodernati, sono ancora celebrati con cadenza mensile nelle sinagoghe con riti superstiziosi; N.d.A.) che venivano intrecciate in trame d'argento; piccole offerte di cibo recanti la forma femminile erano portati dai sacerdoti di Cerere; gli altri sacerdoti recavano i loro feticci e amuleti».

 

Gli idolatri ebrei dei tempi di Geremia usarono queste stesse «forme di cibo» di carattere sessuale, tant'è che egli compianse gli usi pagani di quel popolo i cui «figli raccolgono la legna, i padri accendono il fuoco e le donne impastano la farina per preparare focacce alla Regina del cielo» (Ger 7, 18). Ma quando essi dovettero fuggire in Egitto e Gerusalemme fu rasa al suolo per i loro abomini, come d'altronde era stato predetto, e Geremia recriminò ad essi lo stesso culto della dea del sesso, essi gli replicarono che avrebbero fatto ciò che li appagava; poiché ebbero ricchezza finché mantennero tali usi mentre disgrazie incombettero allorquando vi rinunciarono:

 

«"Ma da quando abbiamo cessato di bruciare incenso alla Regina del cielo e di offrirle libagioni, abbiamo sofferto carestia di tutto e siamo stati sterminati dalla spada e dalla fame". E le donne aggiunsero: "Quando noi donne bruciamo incenso alla Regina del cielo e le offriamo libagioni, forse che senza il consenso dei nostri mariti prepariamo per lei focacce con la sua immagine e le offriamo libagioni»? (Ger 44, 18-19).

 

Così interrogato rispose allora Geremia che esse si trovavano in quella tragica condizione proprio in ragione di tali abomini. Riguardo agli amuleti a cui si riferisce Flaubert, essi furono in uso fino ai giorni nostri dai pagani talmudisti che «si proclamano giudei» (Ap 2, 9). Ma proseguiamo con la descrizione di Flaubert del sacrificio a Moloch:

 

«La statua-braciere continuava ad avanzare verso la piazza di Khamon. I ricchi, recanti scettri con sfere di smeraldi [...], gli antichi con diademi sulle loro teste [...], eminenze della finanza, governatori di province, marinai e numerose schiere degli addetti ai funerali, tutti con le insegne delle loro maestranze o gli strumenti per le loro adunate, si facevano strada [...]. Infine, Baal giunse esattamente al centro della piazza. I suoi sommi sacerdoti predisposero delle transenne per tener lontana la moltitudine [...].

 

moloch

 

Vennero tracciati segni per delimitare la posizione dei vari ordini sacerdotali, nella loro policroma varietà di tratti distintivi, i negromanti interamente ricoperti di tatuaggi, i piangenti con le loro vesti pezzate [...], gli Yidonim, che si mettono l'osso d'un defunto in bocca per prevedere il futuro. I sacerdoti di Cerere [...] cantavano una tesmoforia nel dialetto megariano 39. Di tanto in tanto giungevano file di uomini, completamente nudi, che con le braccia allungate allo spasmo si tenevano l'un l'altro per le spalle[...], procedevano con versi gutturali e cavernosi; i loro occhi [...] brillavano nella polvere mentre facevano oscillare i proprî corpi simultaneamente, con la medesima escursione, come fossero mossi da un unico movimento.

 

moloch

 

Erano preda di una frenesia tale che per ristabilire l'ordine le sacerdotesse li colpirono con scudisciate costringendoli a sdraiarsi completamente bocconi al suolo, con le facce premute al selciato. Fece quindi la sua comparsa un sacerdote del culto di Tanith, seppur non di buon grado, poiché la suddetta celebrazione era in onore del dio maschile del sesso, Moloch. Egli, "schahabarim" [...], dovendo alla dea la sua mutilazione [...], non poteva prender parte al culto di Baal» 40.

 

Mosè era a conoscenza di questi riti pagani e li denunciò nei seguenti termini: «Non entrerà nella comunità del Signore chi ha il membro contuso o mutilato» (Dt 23, 2).

 

Il fuoco arde per i bambini

 

Continua Flaubert:

 

«Nel frattempo, un falò di aloe, cedro e lauro ardeva tra le gambe del colosso. Le estremità delle sue lunghe ali si tuffavano nelle fiamme; gli unguenti dei quali esso era stato cosparso correvano come rivoli di sudore sugli arti incandescenti. Attorno al piedistallo sul quale poggiava i piedi, i bambini, avvolti in veli neri, formavano un circolo inerte [...]. I ricchi, gli anziani, le donne e la moltitudine tutta si accalcò dietro i sacerdoti e sulle terrazze delle case. Le grandi stelle colorate smisero di roteare; i tabernacoli vennero poggiati al suolo; i fumi salivano perpendicolarmente al cielo dagli incensieri [...].

 

moloch

 

Molti vennero meno; altri si pietrificarono nell'estasi. Un'angoscia infinita pervase le membra degli spettatori [...]. Infine, il sommo sacerdote di Moloch passò la mano sinistra sul velo dei bambini, strappò una ciocca di capelli da ciascuna delle loro fronti e le gettò alle fiamme. Quindi, gli uomini avvolti nelle vesti rosse intonarono l'inno sacro: "Omaggio a te, Sole! Re delle due Zone, Creatore auto-generato" [...]. Le loro voci erano sopraffatte dal trambusto degli strumenti atto a coprire i pianti delle vittime. Gli scheminith ad otto corde, i kinnor a dieci corde, i nebals che ne avevano dodici, risuonarono tutti.

 

moloch

 

Enormi otri culminanti in pive emettevano uno squillante e prorompente muro sonoro; i tamburelli, percossi con tutto il vigore di cui i suonatori erano capaci, rintoccarono rapidi e possenti colpi; a dispetto della furia delle trombette, i salsalim sibilavano come le ali d'un calabrone. Le sacerdotesse, per mezzo di un lungo gancio, aprirono i sette scompartimenti del ventre del Baal. Esse gettarono vivande nel più alto, due tortore nel secondo, una scimmia nel terzo, un montone nel quarto, una pecora nel quinto e siccome non era stato reperito un bue per il sesto vi venne gettata una pelliccia di colore castano. Il settimo rimaneva vuoto [...].

 

moloch

Uno dei simboli di Moloch è la civetta.

 

Era giunto il momento di provare il funzionamento delle braccia della divinità. Sottili catene si tesero dalle dita alle spalle ricadendo all'indietro, dove gli addetti le tirarono fino a portare le mani all'altezza dei gomiti congiungendole al ventre; vennero quindi mosse assieme svariate volte con brevi e repentini scatti. Gli strumenti tacquero. Il fuoco ruggì. Un sacrificio individuale era necessario, un'oblazione perfettamente volontaria [...]. Quindi, i sacerdoti, per incoraggiare la gente, trassero dalle proprie fasce dei punteruoli e si ferirono il volto 41.

 

moloch

 

I devoti, che si spintonavano nello spazio antistante, vennero portati presso le transenne. Un mucchio di ferri della peggior risma fu lanciato a loro e ciascuno si scelse la propria tortura. Essi si scambiarono sputi sul petto; si incisero le guance [...]. Quindi, si strinsero assieme per le braccia e circondarono i bambini in un ulteriore e largo cerchio che si allargava e restringeva ritmicamente. Essi raggiungevano le balaustre per poi rigettarsi all'indietro, ricominciando ogni volta da capo, attraendo a sé la folla con la frenesia del movimento e con il corollario di sangue e schiamazzi».

 

Il tripudio del sacrificio a Moloch

 

Flaubert continua:

 

«Lentamente la gente affluiva verso lo sbocco dei passaggi; essi scaraventavano nelle fiamme perle, vasi d'oro, coppe, torce e tutte le proprie ricchezze; le offerte divenivano sempre più numerose e splendide. Infine, un uomo barcollante, una figura pallida e tremante di terrore, spinse avanti un bambino; quindi, una piccola sagoma scura fu vista tra le mani del colosso, per poi sprofondare nell'antro oscuro. I sacerdoti si inchinarono all'estremità del piedistallo e una nuovo inno risuonò [...].

 

moloch

 

I bambini salivano lentamente, mentre il fumo scompariva in vortici ascensionali. Nessuno di essi si mosse; avevano caviglie e polsi legati e drappi neri a renderli irriconoscibili e per impedire al contempo di vedere [...]. Le braccia del braciere lavorarono più in fretta, senza sosta. Ogni volta che un bimbo era posto su di esse, i sacerdoti di Moloch levavano le braccia verso il pargolo tacciandolo dei crimini commessi dal popolo, recitando: "Non sono uomini, ma buoi"! I devoti esclamavano: "Signore! Mangia"! E i sacerdoti di Proserpina interpretavano attraverso il terrore di Cartagine i suoi bisogni urlando la formula eleusina: "Scatena la pioggia! Donacene ancora"! Non appena le vittime raggiungevano il bordo dell'apertura, scomparivano sul piatto rosso incandescente come gocce d'acqua, mentre il fumo biancastro prendeva un colore scarlatto.

 

moloch

 

Paradossalmente l'appetito dell'idolo era ancora lungi dall'essersi placato. Per potergli fornire un sempre maggiore apporto, le vittime venivano accatastate sulle sue mani e fissate con una grossa catena che le manteneva al proprio posto. Alcuni devoti espressero il desiderio di contarle per verificare se il loro numero corrispondesse ai giorni dell'anno solare, ma l'afflusso continuo di nuove vittime rendeva questa operazione realmente proibitiva. Questo durò per un lungo periodo fino a sera. Gli scomparti interni assunsero quindi una forte tinta scura e carne ardente divenne visibile. Alcuni credettero persino di riconoscere capelli, membra o corpi interi. Giunse la notte: nubi si accumularono sopra la statua di Baal. La pila funebre, ormai priva di fiamma, formò una piramide di braci fino alle ginocchia; completamente rosso, il colosso sembrava così un gigante ricoperto interamente di sangue, con la testa riversa all'indietro che somigliava ad un tentativo di sottrarsi al peso della sua intossicazione.

 

 

Proporzionalmente all'accrescersi della fretta dei sacerdoti, crebbe anche la foga delle persone, alcune delle quali invocavano pietà per il numero, ormai in via di esaurimento, delle vittime rimaste; altri insistevano invece con la necessità di procurarne delle altre. Le mura sembravano cedere sotto il peso della gente con i proprî ululati di terrore e di voluttà mistica. Quindi, i fedeli si riversarono nei passaggi, recando i proprî figli che vi si aggrappavano addosso; quindi, essi li batterono per vincerne la resistenza e consegnarli agli uomini in rosso. I suonatori di tanto in tanto si fermavano vinti dalla stanchezza, mentre le grida delle vittime divenivano udibili assieme allo sfrigolio del grasso gettato sui carboni.

 

moloch

 

I bevitori di Henbano si rotolavano ai bordi del piedistallo, ruggendo come tigri; gli Yidonim vaticinavano, i devoti cantavano con labbra socchiuse; le transenne erano ormai sfasciate. Tutti volevano prendere parte al sacrificio. I padri, i cui figli avevano già arso in precedenza, gettarono le proprie effigia, i proprî beni di lusso e le proprie ossa conservate nel fuoco. Alcuni armati di coltelli si riversarono sul resto. Si massacrarono a vicenda 42. Le sacerdotesse raccolsero le ceneri riversatesi ai bordi del piedistallo in contenitori bronzei e le scaraventarono al cielo, cosicché il frutto del sacrificio si spargesse per la città fino alla regione celeste. L'intenso bagliore e il gran frastuono attirò i barbari 43 ai piedi delle mura; si aggrapparono alla carcassa della torre d'assedio per dare meglio un’occhiata e rimasero a fissare lo spettacolo inebetiti dall'orrore» 44.

 

LaCroix su Moloch

 

Riguardo questi stessi rituali, Paul LaCroix (1806-1884) afferma:

 

«Moloch era rappresentato sotto forma di un uomo con la testa di vitello [...] eretto su di un'immensa fornace, la quale veniva accesa per consumare simultaneamente i sette tipi di offerta. Durante questo olocausto, i sacerdoti di Moloch mantenevano in esecuzione un'orribile musica eseguita da sistri e tamburi con lo scopo di confondere le grida delle vittime. Quindi aveva luogo quell'infamia maledetta dal Dio d'Israele: i devoti di Moloch si abbandonavano a pratiche degne della terra di Onan (masturbazione) agitandosi verso la statua incandescente che appariva rossa attraverso il fumo; si profondevano quindi in lamenti frenetici mentre, secondo l'espressione biblica, donavano il proprio seme a Moloch» 45.

 

paul lacroix

Sopra: lo storico Paul LaCroix.

 

L'ebraismo attuale consente sacrifici di bambini a Moloch

 

Tutta la Bibbia è piena di condanne contro le sanguinose pratiche della demonologia pagana, inclusi il culto di Baal - con l'autolesionismo per mezzo di lame - e il culto di Moloch con i sacrifici infantili. Entrambi sono condonati o permessi dal moderno Talmud babilonese. Ogni forma di paganesimo arcaico condannato dalla Bibbia può essere rinvenuto sotto i «sepolcri imbiancati» del cosiddetto «giudaismo», che altro non è che paganesimo farisaico.

 

rabbini

 

I cristiani sionisti farebbero meglio ad aggiornarsi su ciò che la Bibbia condanna, scovando queste pratiche pagane omicide che non sono scomparse né dalla Terra, né dalle «sinagoghe di Satana». Bruciare bambini è permesso ancora oggi dalla suprema autorità della cosiddetta religione «giudaica», che è rappresentata dal Talmud babilonese, e in particolare dal trattato talmudico Sanhedrin 64a-64b. Si tenga presente che tale trattato è, secondo l'introduzione della traduzione inglese di Soncino del Talmud del 1935 (pag. xi), «la principale raccolta della legge criminologica del Talmud».

 

Per giustificare i sacrifici infantili a Moloch, il Talmud cita ancora una volta le Sacre Scritture, che condannano fermamente tali pratiche, e ancora una volta ne rovescia diametralmente il seppur esplicito significato con cavilli o «eccezioni» interpretative atte a giustificare tali sacrifici. Così, come disse anche Cristo ai farisei:

 

«Così avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione. Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini(Mt 15, 7).

 

gesù cristo e i farisei

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Serpenti, razza di vipere, come

potrete sfuggire alla condanna della Geenna»? (Mt 23, 13-33)

 

Gesù Cristo si riferiva ad Is 29, 13. Il profeta Isaia era ben al corrente dell'uso distorto che, allo scopo di distruggerla, questo specie di satanisti facevano della stessa Bibbia. La Mishnah del Sanhedrin cerca di smontare le chiare direttive di Mosè contrarie al rogo o all'infanticidio offerto in sacrificio al dio Moloch:

  • Consegnando i bambini a Moloch;

  • Causandone il rogo.

Ma si noti l'«esplicazione» della Mishnah talmudica che asserisce:

 

«Colui che dona il proprio seme a Moloch non incorre in alcuna punizione, a meno che non lo consegni a Moloch (1) e ne causi il passare per il fuoco (2). Se questo è stato consegnato a Moloch senza che ne venisse causato il passaggio per il fuoco o viceversa (causandone il passaggio per il fuoco senza donarlo a Moloch; N.d.A.), egli non incorre in alcuna punizione, a meno che non faccia entrambe le cose».

 

rabbini

 

A questo punto, importa realmente stabilire nel caso di un bambino bruciato al rogo se questi «è stato donato a Moloch» quando il suo omicidio per mezzo del fuoco è condonato se l'ultima postilla non è soddisfatta? In una nota a margine della Mishnah dello stesso Talmud, viene «spiegato»: «Come due distinte offese, a riprova del fatto che donare il proprio seme a Moloch non costituisce idolatria».

 

Che folle idolatria! La stessa sezione del Talmud capovolge l'asserzione della Mishnah «a meno che non lo consegni a Moloch», rendendola «non incorre in punizioni a meno che non consegni il suo seme agli accoliti di Moloch». Così, se uno consegna i proprî figli a Moloch per sacrificarli passandoli per il fuoco, non incorre in punizioni. Un'ulteriore nota «esplicativa» aggiunge: «Egli espleta il senso della Mishnah a meno che li conceda a Moloch. Questo prova che l'offesa consta di due parti: (1) formale consegna ai sacerdoti, e (2) causare al seme il passare per il fuoco». La stessa sezione del Talmud contiene la ripetitiva precisazione: «Il servizio a Moloch [...] non è contemplato nell'idolatria generale» (rovesciando la condanna biblica della pratica di idolatria!).

 

Nel Libro del Levitico si afferma: «Il Signore disse ancora a Mosè: "Dirai agli israeliti: "Chiunque tra gli israeliti o tra i forestieri che soggiornano in Israele darà qualcuno dei suoi figli a Moloch, dovrà essere messo a morte (Lv 20, 2). Riguardo a tale proibizione biblica, il Talmud rappresenta un capolavoro di satanismo affermando: «Se uno ha causato il passaggio sul fuoco per Moloch di tutto il proprio seme egli è esente dalla condanna, perché è scritto "del tuo seme" e non "di tutto il tuo seme"». Nella nota a margine n° 4, la fonte citata come autorità su tale affermazione è il passo del Levitico sopra menzionato. Ciò allo scopo di annichilire la Parola di Dio, rovesciandone il senso e citandola al contempo come autorità, per permettere il sacrificio di un bambino in onore di Moloch! Non si può ritenere che ciò avvenga per ignoranza della Parola di Dio, chiaramente citata; pertanto, non si tratta che di pura blasfemia.

 

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti [...], guide cieche, che

filtrate il moscerino e inghiottite il cammello» (Mt 23, 24).

 

 

 


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Note

 

1 Traduzione dall'originale inglese di un estratto (pagg. 46-54) dell'opera The Jewish Religion: Its Influence Today («La religione ebraica: la sua influenza odierna»), a cura di Piero Pisani. Scritto reperibile alla pagina web

http://www.come-and-hear.com/dilling/chapt08.html

2 Durante la sua visita alla sinagoga di Magonza (nel 1980), Giovanni Paolo II (1920-2005) ha affermato: «L'incontro tra il popolo di Dio dell'Antica Alleanza, che non è stata mai abrogata da Dio...». Durante un Colloquio sulle radici dell'antigiudaismo in ambiente cristiano (nel 1997), Karol Wojtyla ha dichiarato: «Questo popolo è radunato e condotto da Dio, Creatore del cielo e della terra. La sua esistenza non è quindi un puro fatto di natura né di cultura [...]. È un fatto soprannaturale. Questo popolo persevera verso e contro tutto perché è il popolo dell'Alleanza e perché, nonostante le infedeltà degli uomini, il Signore è fedele alla sua Alleanza».

3 L'intero scritto della Dilling, di cui presentiamo solo un capitolo, è reperibile alla pagina web

http://www.come-and-hear.com/dilling/index.html.

L'opera è corredata da moltissime note e da trecentodieci fotocopie visualizzabili dei testi originali ebraici citati.

4 Cfr. Shulchan Aruch, vol. I, cap. 2, Hebrew Publishing Co., New York 1927, pagg. 77-79.

5 Si veda, ad esempio, il trattato talmudico Sanhedrin 65a-b.

6 Nel trattato talmudico Sanhedrin (105a-b) è scritto che Gesù «praticò la magia per mezzo del suo fallo».

7 Si veda, ad esempio, la Jewish Encyclopedia («Enciclopedia ebraica»), pagg. 665-666.

8 Ibid., pagg. 499-500.

9 Cfr. R. J. Trachtenberg, Jewish Magic and Superstition, Behrmann's, New York 1939, pag. 13. La frase è contenuta nel cap. II, intitolato «The Truth Behind the Legend» («La verità dietro la leggenda»). La pratica descritta corrisponde esattamente a ciò che gli attuali newagers definiscono «viaggi astrali» (N.d.R.).

10 Ibid., pag. 15.

11 Ibid., pagg. 16-17.

12 Ibid., pag. 18.

13 Ibid., pagg. 19-20.

14 Ibid., pag. 167.

15 Ibid., pagg. 166-167.

16 Ibid., pagg. 164-165. Solitamente, dopo aver trasferito i peccati dell'ebreo al gallo, il rabbino gli rompe l'osso del collo augurandosi che ciò possa accadere al primo goy (non-ebreo) che passa di lì (N.d.R.).

17 Ibid., pag. 166.

18 Cfr. Jewish Encyclopedia, pag. 549.

19 Cfr. R. J. Trachtenberg, op. cit., pag. 7.

20 Ibid., pagg. 62, 149.

21 In realtà, il «santo» era una sorta di stregone talmudista del II secolo d. C. associato allo Zohar, un'opera di diversi tomi della Kabbalah ebraica (N.d.A.).

22 Cfr. R. J. Trachtenberg, op. cit., pag. 64.

23 Ibid., pag. 179.

24 Cfr. Trattato Niddha 17a.

25 Cfr. Talmud, Soncino Press, Londra, «Niddha», pag. 113.

26 Cfr. R. J. Trachtenberg, op. cit., pag. 65.

27 Ibid., pag. 74. Da notare che per gli islamici vale lo stesso principio, ovvero che il Corano che sta in cielo è scritto in arabo (N.d.R.).

28 Cfr. R. J. Trachtenberg, op. cit., pag. 156.

29 Ibid., pag. 168.

30 Redazione a cura di rabbi Solomon Ganzfried, Hebrew Publishing Co., New York.

31 Cfr. Kitzur, cap. CXXIV, pag. 60.

32 Ibid., cap. CXXII pag. 59.

33 Ibid., cap. XLIV, vol. I, «Sull'abluzione delle mani dopo il pasto».

34 Ibid., cap. XL.

35 Ibid., cap. II.

36 Cfr. International Organizations, pag. 1417.

37 Cfr. R. J. Trachtenberg, op. cit., pag. 9.

38 Cfr. E. M. Butler, Ritual Magic («Magia rituale»), Cambridge University Press, 1949.

39 Un'osservanza legata al culto femminile della procreazione, detto appunto «tesmoforia».

40 I sacerdoti della dea femminile del sesso venivano evirati con «spade sacre» e il loro «membro intimo» veniva gettato alla statua della dea come offerta.

41 Ecco la descrizione dei sacerdoti di Baal fatta dalla Bibbia (1 Re 18, 28): «Gridarono a voce più forte e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue».

42 «Non vi farete incisioni» (Dt 14, 1).

43 Nel periodo a cui allude Flaubert, Cartagine era sotto assedio di barbari mercenari arruolati dalla città nelle sue guerre contro Roma e rimasti senza paga, per mancanza di cibo, acqua, ecc...

44 Cfr. G. Flaubert, Salammbô, 1862.

45 Cfr. P. LaCroix, Histoire de la prostitution («Storia della prostituzione»), 1852.

 

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"Israele come stato ebraico costituisce un pericolo non solo per se stesso e per i suoi abitanti, ma per tutti gli ebrei e per tutti gli altri popoli e stati del Medio Oriente e anche altrove."

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